FUMETTO // CURA EDITORIALE
Oggi, la qualità editoriale delle versioni italiane di fumetti giapponesi è molto alta. Tuttavia, un livello prossimo alla perfezione non è stato ancora raggiunto. In questo articolo, alcune mie riflessioni su tutti quegli aspetti secondo me da aggiustare o da riconsiderare.
Oggi, la qualità editoriale delle versioni italiane di fumetti giapponesi è molto alta. Tuttavia, un livello prossimo alla perfezione non è stato ancora raggiunto. In questo articolo, alcune mie riflessioni su tutti quegli aspetti secondo me da aggiustare o da riconsiderare.
Questa che vi apprestate a leggere è, nella sostanza, la trascrizione di un mio video pubblicato sul mio canale Youtube il giorno 24 Gennaio 2018. La pubblico qui sul blog per uno degli stessi motivi che mi hanno portato a pubblicare la trascrizione della conferenza su Dragon Ball, ovvero per andare incontro a coloro i quali preferiscono leggere un articolo piuttosto che guardare un video. Inoltre ne ho approfittato per fare alcune piccole aggiunte, segnalate in grassetto e tra parentesi quadre, e per modificare leggermente alcuni punti, a livello di forma. Di conseguenza questa trascrizione è da considerarsi come la versione aggiornata di quel mio video.
Chi però preferisse comunque prendere visione di quest'ultimo, lo lascio incorporato qui a seguire (dovrà però tornare qua per i punti aggiuntivi, se è interessato):
- Inizio trascrizione -
Buonsalve a voi,
kendama baffuti di tutta Italia!
Oggi vi porto un video in cui parlerò di 5 cose che vorrei migliorassero/cambiassero nelle
edizioni italiane di fumetti giapponesi.
Sono cose non di
importanza mastodontica, ma che vorrei comunque segnalare, e questo
per meri fini migliorativi, affinché il livello editoriale di questi
fumetti, che è già mooolto alto in generale, migliori ancora di
più.
Il tutto, e forse sarà scontato ma meglio precisarlo,
nel totale rispetto del lavoro altrui.
Inoltre, chiarifico
immediatamente, nel video cito esempi da due fumetti della Star Comics,
Dragon Ball e Ranma ½, ma solo per i seguenti motivi: Dragon Ball
perché è tipo la mia Bibbia fumettistica e ce l’ho sempre sotto
mano e Ranma perché lo sto rileggendo in questi giorni, tramite la
nuova edizione. Però, tutto il discorso che seguirà è
assolutamente di natura generale, coinvolge infatti anche altri editori: Panini, Jpop, Flashbook, ecc
ecc.
[Aggiunta - E alcune delle cose dette possono valere benissimo anche per altre case editrici.]
[Aggiunta - E alcune delle cose dette possono valere benissimo anche per altre case editrici.]
Detto questo, cominciamo!
1) Beh, be’ o bè…?
Il primo punto di questa mia lista verte sulla
questione del come dovrebbe essere scritta la parola
“beh”.
Innanzitutto, diciamoci cos’è questo “beh”.
Il beh, sì, è il verso della pecora… No, scherzi a parte, beh è
una interiezione.
Il termine interiezione, per farla
semplice, viene da un verbo latino che sta per “scagliare in mezzo”.
E in effetti il termine "interiezione" altro non è che una parola che si dice, che viene
messa nel bel mezzo di un discorso, di una frase. Potremmo anche
aggiungere che servono ad aprirla, una frase; e sicuramente servono
pure ad esprimere una reazione improvvisa dell’animo o a riassumere
un concetto in un'unica parola. Ad esempio noi diciamo “magari!”,
quando ci auguriamo che qualcosa di positivo, di favorevole, possa
accaderci.
Oltre questo “magari!”, altre interiezioni
sono il nostro beh, il toh, ehi, ohi, ah, eh, oh e così via. Queste appena citate più precisamente sono dette interiezioni
primarie e hanno come caratteristica il fatto di essere
contraddistinte dal grafema h.*
[Nota - a volte l'uso scritto di h si accumula per dare enfasi allo stato d'animo che si vuole riprodurre; così, un semplice oh può diventare ohhh (si pensi, tra l'altro, ai fumetti, che utilizzano per la maggior parte interiezioni onomatopeiche) per accentuare l'espressione di meraviglia, anche se sostanzialmente l'uso di h serve ad evitare omografie con altre parole o congiunzioni (si pensi all'interiezione eh e alla congiunzione e, oppure al vocativo o e all'interiezione oh). - Marina Bongi, Accademia della Crusca ]
Fatta questa introduzione, torniamo a “beh”.
Al di là di quello che dicono le fonti che ho consultato,
praticamente quello che vi ho detto poc'anzi, a proposito di "beh", cioè se scriverlo con l'acca o apostrofato, bisogna fare un attimino una riflessione. Infatti, il segno che noi chiamiamo apostrofo,
da non confondere con l’accento, può servire in certi casi ad indicare un troncamento
di parola (in altri segnala un'elisione o un'aferesi). Mettiamola sul semplice: un termine troncato con
l’apostrofo è la versione accorciata di una certa data parola.
Facciamo
un esempio:
-) « Dammene un po' » è la versione troncata di « Dammene un poco ».
Ciò detto, vero che
l’interiezione beh deriva dalla parola “bene”, ma non sempre il
beh viene utilizzato in questa accezione. Cosa che di conseguenza,
come vedremo, non sempre giustifica il be’. Per capirci
facciamo altri esempi. Esempio numero uno, vediamo questa
frase:
-) « Beh, allora facciamo così ».
Se
scriviamo questa frase come “Be’, allora facciamo così”, essa
può essere perfettamente intesa anche come la versione leggermente
accorciata di “Bene, allora facciamo così”.
E fin qui
tutto funziona, tutto quadra.
Ma in casi
diversi, come dicevo prima, ciò non accade, e "beh" assume
semplicemente valore di parola che viene messa nel bel mezzo di un
discorso. Proprio come in questo caso, preso dal volume 37
dell’edizione Evergreen di Dragon Ball.
E cosa vediamo?
Vediamo Kurilin avvicinarsi alla padana di combattimento per fronteggiare il suo
avversario. La figlia si domanda: « L’uomo che combatterà contro
mio padre è grande, e sembra molto forte… Se la caverà? » e Yamcha le risponde: « Non preoccuparti, quello
non vale niente! Il tuo papà è il più forte del mondo! Be', almeno
tra i terrestri… »
Ecco, e qui vediamo chiaramente che
quelli della Star hanno scritto beh con l'apostrofo, be', versione troncata di
bene (ma, torniamo a ripeterlo, non è soltanto la Star che fa così). Ora, se questa frase la volgessimo diversemente, sostituendo
be’ con bene, la cosa, vedrete, produrrà un effetto parecchio
strano. Sentimola:
« Non preoccuparti, quello non vale
niente! Il tuo papà è il più forte del mondo! Bene, almeno tra i
terrestri… »
Ordunque, come apparirà palesemente
chiaro a tutti a questo punto, il beh interiezione non sempre sta per
la versione troncata della parola bene, e quindi per questo non credo
affatto di sbagliare se invito i signori editori a rivedere un
attimino questa cosa del beh. E non soltanto del beh, ma anche di
interiezioni come il “toh”, per lo stesso discorso appena
fatto.*
[Nota - To'/Toh pare che derivi da "togli!", nel senso antico di "prendi!"... ma, per l'appunto, "antico": praticamente nessuno oggi riuscirebbe a fare questo collegamento. Ecco perché io sono a favore della sua versione con l'acca. Ma al di là di questo, stranamente, in molti fumetti se da una parte vediamo utilizzato sempre e comunque il "be' ", poi dall'altra si può notare l'uso di "bah", e non "ba' ": come mai? Mah...! (e non Ma'...! ) ]
Per quanto riguarda la versione accentata (bè),
brevemente perché voglio andare avanti, vi rimando alle fonti da me
consultate che vi ho lasciato nello spazio informazioni*.
Se poi
credete che scegliere fra le varie forme sia un po’ uno sbattimento, il
mio consiglio è il seguente: se non siete addetti del settore, fate
pure come più preferite, nessuno vi giudicherà, almeno non in
contesti informali; se invece lo siete, la forma con l’acca taglia
sicuramente la testa al toro, ed è questa la soluzione che mi sento
di consigliare un po' a prescindere.
[Nota - i monosillabi che terminano con una sola vocale vengono accentati in italiano, in genere, solo quando esiste la necessità di distinguere due parole diverse (per esempio da e dà, rispettivamente preposizione semplice e terza persona singolare del modo indicativo, tempo presente del verso dare). In questo caso, non ha senso accentare questo monosillabo che non può essere confuso con niente. - Romina Tamerici ]
2) Il “Cos…?”
Passiamo ora al secondo punto, punto che ha
come argomento la battuta “Cos…?”, espressione che,
teoricamente, dovrebbe stare per la versione accorciata della domanda
“cosa?”. Ma teoricamente, perché nella pratica… niente, è
napoletano. XD
In lingua napoletana infatti, se voglio
dire “Cosa?” dico proprio così, dico “Cos?”, e il leggerlo
ogni volta a me fa davvero sorridere.
Ma in realtà
questa è un’impressione solo di una relativa importanza, c’è
infatti dell’altro che ha più rilevanza. Invero, io capisco
chiaramente che con “cos…?”si vuole un po’ riprendere il
“Na-?!“ di “Nani?!”, parola giapponese che sta per “cosa?!”... ma il tagliare in casi del genere, in un dialogo, le parti finali di una parola è più una peculiarità
che caratterizza la lingua giapponese che non l’ italiano.
Provate
a recitare le battute che trovate scritte sulle nostre versioni di
fumetti giapponesi, in cui compare per l’appunto questo “cos…?”,
e vi accorgere che suonano veramente, ma veramente poco naturali.
Meglio quindi ad esempio optare direttamente e più semplicemente per “che…?”,
oppure per “cosa…?”, soluzioni entrambe decisamente più
naturali. *
[Aggiunta - Questo, a meno che la battuta non sia detta in forma "strozzata": in casi del genere, e solo in questi, il "cos?!" troverebbe allora una sua giustificazione.]
Prima di proseguire, aperta parentesi: per
motivi analoghi reputo innaturale anche quando, a volte, mi trovo
davanti a battute, o una serie di battute, che sembrano dette da un
balbuziente, piuttosto che da una persona normale.
Come in
questo caso che prendo dal volume 27 della Evergreen edition di Dragon Ball; vediamo Freeza che dice:
« M-maledetto… Qu-quando riuscirò a colpirti,
s-sarà la tua fine… »
...
Suvvia, anche una persona in preda al
panico, non parla così…!
O ancora,
innaturali mi suonano anche tutta una serie di "eh! Eh…? Eh…!" che
ogni tanto mi trovo davanti. Queste sono più espressioni nipponiche
che non italiane...!
Quindi, in definitiva, non pensiamo
tanto a come sono effettivamente in giapponese certe battute,
pensiamo invece più ragionevolmente a come devono suonare in
italiano, nella nostra lingua.
3A) (Certi) Dialoghi
Punto numero tre. Passiamo adesso a parlare di una
cosa la cui natura è decisamente più importante, perché secondo me può rovinare la qualità della lettura. Parliamo della valenza di certe
battute a livello "recitativo" (nel senso di corrispondenza col naturale parlato), che qualche volta, leggendo, trovo bizzarre e/o non efficaci. E voglio sottolineare il “qualche volta”, perché
generalmente parlando il livello è comunque abbastanza alto, ma di tanto in tanto, leggo questa o quell’altra battuta,
o questa o quell’altra serie di battute, e mi ritrovo a pensare che
suoni strana, o che suoni legnosa.
Prendiamo ad esempio
questo dialogo sempre dal numero 27 della Evergreen di Dragon Ball,
l’edizione per il momento più fedele in assoluto dell’opera, in
quanto hanno rivisto totalmente le traduzioni, ma che è anche
conosciuta per avere fra i suoi difetti una certa legnosità nei
dialoghi, per l’appunto.
Ve lo lascio qui a schermo, in
modo che ognuno di voi possa leggerlo (magari ad alta voce).
Goku, rivolto a
Freeza: « Adesso basta, maledetto bastardo! Hai ucciso una dopo
l’altra persone senza colpa… P-persino Crilin » (Goku balbuziente
XD).
Freeza: « Chi ti credi di essere? Dunque voi saiyan non
avete mai ucciso degli innocenti? »
Goku: « È per questo che
ci siamo estinti… »
Freeza: « Sono io che vi ho eliminato.
Chissà perché i saiyan non mi stanno molto simpatici… »
Goku: « Questa volta sarai tu a essere eliminato ».
Freeza: « Io, il
grande Freeza? Uh uh uh… (a proposito, cos’è, una scimmia? XD)
è meglio se non ti dai troppe arie… A-anche se sei d-davvero un
super saiyan…! »
Ecco, avete visto? Questi dialoghi, come dicevo, sono piuttosto legnosi e potevano certamente essere impostati meglio. Qui
a seguire vi propongo una mia correzione, giusto per darvi l’idea
di che cosa intendo.
Goku: « Adesso basta, maledetto
bastado! Hai ucciso una dopo l’altra tantissime persone innocenti…
Persino Kurilin! »
Freeza: « Ma chi ti credi di essere…?
Non vorrai mica dirmi che invece, voi saiyan, non avete mai ucciso
degli innocenti? »
Goku: « No, nient’affatto, ed è proprio per questo che ci siamo
estinti… » (Goku in pratica dice “chi la fa, l’aspetti).
Freeza: « Ti ricordo che sono io che vi ho eliminato. Sai, chissà perché, non
mi siete mai andati a genio… »
Goku: « Beh, ora è
arrivato il tuo turno di essere eliminato, infame che non sei altro,
e lo sarai da me ».
Freeza: « Eliminato? Io, il Grande Freeza? Ahahah... senti un po’, scimmione,
faresti meglio a non darti così tante arie, è impossibile che tu
possa sconfiggermi… anche… anche qualora tu fossi
davvero, un super saiyan ».*
[Nota - le aggiunte e i corsivi sottolineati sono stati inseriti al fine di far trasparire le accezioni delle parole kisama e kono ore, o comunque per rendere i dialoghi più efficaci, sempre nel rispetto di ciò che dicono i due personaggi.]
[Aggiunta - Al di là di questo esempio appena riportato, mi sento di segnalare tutta una serie di battute che finiscono in modo veramente bizzarro, innaturale; sono prese dal dodicesimo volume di Ranma. Si specifica che per alcune di queste il principio della divisione in sillabe non è invocabile, perché qui non si tratta di fare correttamente degli esercizi di divisione ma di rendere i dialoghi quanto più naturali è possibile a livello recitativo:
- - "Ranma, Graz...", invece del più normale "Ranma, ti ringrazio..."; oppure "Ranma, gra..." (pagina 35)
- - Soun: « Oh, benvenuta, moglie di Saotome! » Genma: « Non è lei! ». Una soluzione più naturale sarebbe stato far dire a Saotome « No, non è lei! » (pagina 49)
- - "Benvenuta!" --- > "Oh, benvenuta!" (pagina 52)
- - "Ehi, guarda che io sono un mas..". --- > "Ehi, guarda che io sono un ma..." (pagina 59)
- - "R... --- > Ra..." (pagina 115)
- - "Ma che stai dicendo? Io non ti ho mai visto pr..." (cos'è, una scorreggia?) --- > "Ma che stai dicendo? Io non ti ho mai visto pri..." ]
Ciò detto, il consiglio generale che
posso dare per rendersi conto se una battuta sia credibile o meno è
quello di leggerla ad alta voce, anzi di recitarla ad alta voce.
Inoltre può essere una buona idea anche prendere spunto dai dialoghi
delle versioni italiane degli anime, ma anche dei film volendo, che in genere sono decisamente molto convincenti.
3B) La
grammatica
Anche qui, il livello generale è molto alto.
Tuttavia a volte mi capita di imbattermi in frasi che a livello
grammaticale in italiano sono mal poste. Forse sarà passato
inosservato, ma in realtà già poco fa abbiamo visto una battuta che
si lega proprio a questo discorso, oltre che a un discorso legato alla traduzione in sé per sé. Parlo di questa battuta di
Freeza, “Anche se sei davvero un super saiyan”.
Ora,
così come era stata messa, al di là della balbuzia galoppante che
presentava, essa non rendeva ciò che in realtà lui dice in
originale: Freeza infatti non sta asserendo che Goku è Super
Saiyan, non ne ha la sicurezza: insomma, non ne ha mai visto uno...! Sta soltanto ponendo un’ipotesi, sta dicendo “anche nel caso tu fossi davvero un super saiyan ("come immagino tu sia", cosa che si capisce dai precedenti masaka, masaka), non puoi
vincere contro di me”.
E, attenzione, davanti a casi del
genere qui non si tratta di fare il professore di italiano*, si tratta
semplicemente di fare… il lettore! Lettore al quale il messaggio
originale dell’autore non viene comunicato correttamente, e tra
l’altro non viene comunicato correttamente a fronte del fatto che
io, così come voi, pago i fumetti che leggo. Quindi, anche cose
così possono guastare la qualità della lettura.
[Nota - se il Colosseo, il David e la pizza sono beni italiani da preservare allora anche la lingua lo è: qualsiasi discorso sul voler fare "i professori di italiano" è quindi è da rimandare al mittente.]
Prima di passare
avanti, approfitto di questo video per aprire un piccolo
sottoparagrafo. Fra tutte le cose di questo tipo, c’è una che
proprio non sopporto né di vedere né di sentire: ovvero, frasi come
(e la semplifico per nostra comodità) “Sentivo che Ryoga avrebbe
potuto diventare il suo primo rivale”...
Ehm, allora...
Questo è un enunciato che in realtà andrebbe così: “Sentivo che Ryoga sarebbe
potuto diventare il suo primo rivale”. Ma, c’è un piccolo ma,
che vedremo dopo.
Ora, in casi del genere, diverse fonti
la mettondo molto sul semplice abbonando tanto l’uso di avere e
tanto l’uso di essere come ausiliari dei verbi modali potere,
volere e dovere. E probabilmente la mettono un po’ troppo sul semplice,
peccando a mio avviso di lassismo quando dicono “ormai sta entrando
nell’italiano”: insomma della serie "tutti si buttano dalla
finestra, buttiamoci anche noi".
Un’analisi decisamente
più accurata ed esplicativa ce l’ha proposta il professor
Michele Cortelazzo, docente di Linguistica Italiana all’Università
di Padova. Nello spazio informazioni vi lascio l’articolo in cui parla di
questa questione, ma in breve, per scegliere se è giusto utilizzare
l’ausiliare avere o l’ausiliare essere con i verbi modali bisogna
vedere se la nostra frase è una frase semplice o se è una frase
complessa.*
[Nota - sempre ricordando che, per regola, "l'ausiliare da usare con i verbi servili/modali è quello proprio del verbo all'infinto" - Giorgio di Rienzo]
E lui, in particolare, a fine articolo, porta
questi due esempi:
- Abbiamo voluto andare a Venezia.
- Siamo voluti andare a Venezia.
La prima è una frase complessa, dove
c’è una principale (Abbiamo voluto) e una secondaria all’infinito
(andare a Venezia).
L’altra invece è una frase
semplice, nella quale “voluti” fa parte di unico complesso
verbale, vale a dire “siamo voluti andare”.
Nella
pratica, la prima frase risulta corretta se noi la diciamo in questa
maniera: “Abbiamo voluto, andare a Venezia”; abbiamo voluto
(principale, frase indipendente e di senso compiuto), fare che cosa?, andare a Venezia, la secondaria.
Tornando al caso che
avevo sollevato, quindi o ci va l’ausiliare essere (Sentivo che
Ryoga sarebbe potuto diventare il suo primo rivale) oppure ci vuole
una sacrosanta virgola: Sentivo che Ryoga avrebbe potuto, diventare
il suo promo rivale.
Detto questo, chiudo questo
sottoparagrafo e andiamo avanti.
4) Le onomatopee giapponesi
Circa tale punto, già lo so, non credo di
trovare un plebiscito di pareri concordi, ma io sono dell’idea che
i fumetti giapponesi non andrebbero editati graficamente a livello di
onomatopee. Questo perché, nella maggior parte dei casi le
onomatopee sono disegnate, e quindi, di fatto, sono parte integrante
del disegno di una tavola, oltre che caratteristica del segno stesso
di un autore [Aggiunta - nonché di una sua precisa idea di come condurre l'occhio del lettore da una vignetta all'altra]. Senza contare che in originale sono tutte fatte in
maniera appositamente diversa proprio per trasmettere effetti
differenti.
E cambiarle vuol dire innanzitutto proporci
una versione della tavola che non è come è stata ideata in origine dall’autore. E poi l’appiattirle tutte, utilizzando sempre il
medesimo carattere, tra l’altro pure in fumetti diversi, non può che
appiattire automaticamente, facendoli perdere, tutti quegli effetti
di cui dicevo prima.
Insomma, sono tutte cose che cozzano
terribilmente con quello che è il vero spirito di
un’opera.
Un’ottima soluzione reputo sia quella di
tradurle in piccolo: è un espediente efficace, elegante,
perfettamente leggibile e che fa in modo da proporci le tavole praticamente così
come sono state ideate in originale. Spero quindi che questa
soluzione diventi presto la norma.
E
arriviamo ora al punto finale, alla cosa che più mi auspico avvenga
in futuro, vale a dire la pubblicazione di note esplicative relative
a questo o a quell’altro fumetto. Specifichiamo, c’è qualcuno
che le inserisce, ma, appunto, è solo qualcuno, e la cosa è
comunque limitata a poche pubblicazioni.
Ed è un peccato,
perché nelle traduzioni, per quanto si riesca ad essere fedeli, ci
sarà sempre qualcosa che si perde, o qualcosa che si cambia. E
allora, perché non pubblicare delle note per spiegare a noi lettori
ciò che si perde, ciò che è stato cambiato, o magari anche
semplicemente per svelarci curiosità?
E non dico di
pubblicarle per forza alla fine di ogni volume. Penso io, magari può
essere una questione costi. Parlo da ignorante (anche se qualche pagina aggiuntiva non dovrebbe creare problemi in tal senso!).
Però dubito che
farlo in rete, attraverso le piattaforme sociali ad esempio, sia un qualcosa di
negativo, un qualcosa di non praticabile. Anzi, credo che a noi
lettori possa davvero interessare ricevere informazioni da fonti
autorevoli, quale può essere il traduttore o l’editore.
Io ad esempio,
nel mio piccolo, dopo che ho finito di tradurre Little Witch Academia
mi sono dedicato proprio alla creazione di un un paio di rubrichette
atte a spiegare e svelare tutta una serie di cose legate alla serie
di cui mi sono occupato: origine dei nomi, le pronunce correte, le
frasi chiave, curiosità varie, ecc ecc.
Cosa ne dite? Può
essere un’idea fattibile?
+) Anglismi inutili
Al di là di quelli propriamente detti (e consiglio questo testo e quest'altro per approfondire), gli anglismi che proprio reputo inutili rientrano o nella categoria delle onomatopee o delle interiezioni. Per quanto riguarda le onomatopee (tradotte o editate), mi piacerebbe che si rifacessero di più alla fonetica italiana: ad esempio, "fiuuu" al posto di "pheeew".
Circa le interiezioni, mi riferisco a cose come "wow", "wah" e "tsk": il primo potrebbe essere benissimo scritto come "uoh!", il secondo come "uah!", mentre il terzo come "tsé". A proposito di quest'ultimo, c'è anche da dire che "tsk" vien da leggerlo proprio come "ts-c" (con la ci di casa), mentre lo "tsé" meglio riproduce in forma scritta il suono di tale particolare interezione di diniego.
Il come mai di questa mia esortazione è presto detto: la lingua italiana non ha nulla da invidiare alla comunque rispettabilissima lingua inglese. Quindi, da italiano, non potrei che apprezzare se questa mia considerazione venisse accolta.
Il come mai di questa mia esortazione è presto detto: la lingua italiana non ha nulla da invidiare alla comunque rispettabilissima lingua inglese. Quindi, da italiano, non potrei che apprezzare se questa mia considerazione venisse accolta.
Bene, e con ciò
siamo arrivati alla conclusione di questo video, che spero tanto sia
stato di vostro gradimento.
Prima di salutarci vi ricordo
le varie modalità tramite cui potete restare saggiornati circa le
mie attività e i contenuti che vado via via a creare.
Su
Youtube, basta cliccare sull’iconcina a campanella in basso a
destra, di fianco al pulsantino per iscrivervi al canale. Su Facebook
è sufficiente spuntare sull’icona segui, e cliccare poi
sull’opzione che più preferite. Oppure, in alternativa potete
anche optare per il Canale Telegram. Tutti gli indirizzi li trovate a
vostra disposizione, insieme alla fonte consultate,
nello spazio informazioni.
Detto questo, un salutone a tutti! Alla
prossima!
- Fine trascrizione -
Fonti consultate
http://www.studentville.it/appunti/be-beh-o-be/
http://www.treccani.it/vocabolario/be/
http://www.treccani.it/enciclopedia/interiezioni-primarie_%28La-grammatica-italiana%29/
http://www.treccani.it/enciclopedia/interiezioni-secondarie_%28La-grammatica-italiana%29/
http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/linteriezione
https://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=bene
http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/B/beh.shtml
http://tamerici-romina.blogspot.it/2012/11/be-beh-o-be.html
https://www.facebook.com/lurofloresta/posts/1291665904284228:0
https://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=beh
https://dizionario.internazionale.it/parola/beh
https://dizionario.internazionale.it/parola/be-
https://it.wikipedia.org/wiki/Apostrofo
https://it.wikipedia.org/wiki/Accento_(linguistica)
https://it.wikipedia.org/wiki/Apocope
https://it.wikipedia.org/wiki/Aferesi
https://it.wiktionary.org/wiki/Categoria:Interiezioni_in_italiano
http://www.corriere.it/Rubriche/Scioglilingua/2003/18aprile.shtml
http://www.accademiadellacrusca.it/en/italian-language/language-consulting/questions-answers/scelta-ausiliari
http://cortmic.myblog.it/luoghi-comuni-ausiliare-con-verbi-modali/
http://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/04/22/i-verbi-modali/
http://www.teamsaiyajin.it/dossier/guida-ai-nomi-di-dragon-ball/guida-ai-nomi-di-dragon-ball-amici-alleati/
http://www.treccani.it/enciclopedia/verbi-inaccusativi_(Enciclopedia-dell'Italiano)/
https://www.youtube.com/watch?v=XkisFCrkvN8
https://www.youtube.com/watch?v=prEXdnrlyPs
http://www.coniugazione.it/verbo/diventare.php
PER CITAZIONI // IF YOU WANT CITE THIS PUBLICATION:
DAVIDE DELLA VIA (2018), 5 (+1) cose che vorrei nelle edizioni italiane di fumetti giapponesi. Disponibile da: http://davidedellavia.blogspot.com/2018/10/5-1-cose-che-vorrei-nelle-edizioni.html [consultato il - inserire data/insert date - ]