lunedì 21 ottobre 2019

Dragon Ball come manuale di fumetto - Le nuvolette

MANUALE FUMETTO // LINGUAGGIO FUMETTISTICO // DRAGON BALL TORIYAMA

Insieme al disegno, ciò che rende bello un fumetto sono anche i testi. Ma per rendere efficaci i testi bisogna prima far sì che siano efficaci le nuvolette in cui essi sono posti: vediamo come il Maestro Toriyama è un ottimo esempio persino in questo!




Dopo l'articolo intitolato "Perché Dragon Ball è bello", il cui scopo è stato quello di fornire al lettore una panoramica dei motivi per i quali il fumetto di Dragon Ball ci piace così tanto, è arrivato il momento di allargare quel discorso, analizzando tramite pubblicazioni come questa i vari elementi che compongono il lavoro più importante di Akira Toriyama; e si parte dalle nuvolette di dialogo.

La ragione per cui ho deciso di partire proprio da queste risiede nel fatto che le nuvolette sono uno degli elementi più fondamentali che costituiscono i fumetti (escludendo quelli di tipologia muta), senza contare che li rappresentano iconicamente: pensiamo ai fumetti e probabilmente la prima immagine che ci viene in mente è quella della nuvoletta; dunque la mia analisi non poteva che proseguire da questo importantissimo elemento fondativo, la nuvoletta per l'appunto.

Lo scopo di questo articolo sarà quello di mettere in evidenza come la gradevolezza narrativa di Toriyama risieda anche nel come egli abbia saputo adoperare con efficacia sia le forme sia le posizioni delle nuvolette all'interno delle tavole.

Il discorso arriverà a tale evidente conclusione previo elenco delle caratteristiche di diverse nuvolette utilizzate dal Maestro nell'opera, spiegando in aggiunta peculiari usi di peculiari nuvolette, fornendo mie interpretazioni e dando a seconda dei casi informazioni circa la loro origine.


Prima di cominciare, alcune premesse:

- Lì dove diversamente indicato, tutte le immagini illustrative sono tratte dall'edizione giapponese della Perfect Edition di Dragon Ball (ドラゴンボール完全版)

- Oltre a "nuvoletta" nel corso della lettura troverete anche il termine "carroforma", sinonimo da me ideato in sostituzione di balloon. Invero, al di là del fatto che non mi piace molto usare termini stranieri senza giusta motivazione, in originale ballon vuol dire pallone... e i palloni sono oggetti sferici o sferoidi, mentre le nuvolette di dialogo, similmente alle nuvole vere e proprie, possono assumere le forme più diverse. E allora, dato che la parola è veicolo di significato, lo è a sua volta anche quella vettura che nei fumetti la trasporta, la nuvoletta per l'appunto: veicolo, vettura... carro: carroforma. Termine dunque efficace, nonché simpatico e coerente dato che nelle vignette, cioè nelle piccole vigne, i carretti sono di norma utilizzati per trasportare l'uva raccolta, cioè il prodotto che viene poi fruito (nel caso dei fumetti ciò che viene fruito è la storia).

- Infine, siccome non esiste una convenzione circa i nomi delle varie tipologie di nuvolette, si chiarifica al lettore che quelle utilizzate nell'articolo sono anch'esse di mia ideazione.




- Le Nuvolette di Dragon Ball


Nuvoletta ordinaria a punta singola

La prima tipologia di nuvoletta dragonbolliana di cui tratteremo è la nuvoletta ordinaria. Il suo scopo è quello di contenere tutti quei dialoghi che sono espressi normalmente, senza particolare enfasi, intensità, specifiche sfumature di significato, eccetera. Perché sì, a seconda di ciò che si vuol trasmettere in e di una battura, l'associare diverse forme a una nuvoletta di dialogo rientra, nelle potenzialità comunicative del media fumetto.

Le carroforme ordinarie sono contraddistinte dall'avere una punta (o coda) generalmente corta e poco aguzza (*1), e dal possedere una forma pressoché circolare, oppure ovale; o ancora, dall'essere delle figure sì con rigonfiamenti ma che comunque possono ricordarlo, un cerchio o un ovale.

[*Nota 1 - La coda è più lunga e/o più acuta a seconda del caso. Ad esempio, a pagina 154 del secondo volume (Edizione Evergreen italiana), la coda lunga della nuvoletta contenuta nella terza vignetta serve a comunicare al lettore che Bulma si trova in una data posizione, lontana da Yamcha: dunque in questo esempio, la lunghezza della punta funge da indicatore della lontananza del soggetto ritratto da un differente soggetto ritratto, nonché come indicatore della posizione. In altri casi, come a pagina 62 del secondo volume (idem), servono come "a raggiungere" il personaggio, in quanto la nuvoletta, vuoi per un motivo vuoi per un altro, è stata posizionata secondo una certa misura distante da esso. Inoltre, ci si può anche imbattere in nuvolette semplici che hanno più di due code: si veda il caso di quella della pagina finale del capitolo 16, che contiente la battuta "eh?" detta contemporaneamente da Goku, Bulma e Ulong. ]

Nuvolette ordinarie a coda singola, semplici e con rigonfiamenti.
Dragon Ball, volume 13, pagina 8.

Al "99%" in Dragon Ball, in quanto fumetto pubblicato per un pubblico giapponese, seguono tutte un andamento verticale, salvo eccezioni. Naturalmente, e ciò vale anche in generale per tutto il discorso a seguire, non bisogna mai dimenticare i fattori imperizia, incoerenza e casualità da parte dell'autore, evincibili soprattutto in quelle tavole che sono state prodotte durante le fasi iniziali della sua carriera (gli autoconclusivi d'esordio, Dottor Slump, il primo Dragon Ball).

La funzione delle nuvolette ordinarie non è soltanto quella di contenere le linee di dialogo normali ma anche quella, in certi casi, di ospitare al loro interno speciali onomatopee, lì inserite per trasmettere vari effetti. Ad esempio, l'onomatopea di un colpo o di un arresto repentino, a cui l'autore ha voluto dare particolare risalto. Proprio come nell'immagine a seguire: Goku si fionda contro Piccolo e il suo arresto improvviso viene sottolineato dall'uso dell'onomatopea "bi" (ビッ, adattata in italiano con "stop"), inserita all'interno di una nuvoletta ordinaria di forma semplice, ovale e con una punta.

Dragon Ball, volume 13, pagina 143.

Il motivo alla base di questo espediente potrebbe risiedere nel fatto che una tale azione accade con così tanto peso, con così tanta carica... che è come se "parlasse da sé". Detta diversamente, un'azione come può essere il blocco improvviso appena citato, fisicamente parlando non produce un suono di chissà quale rilevanza; ma il leggerlo proprio come "stop" all'interno di una nuvoletta, come se l'azione prendesse vita e parlasse, non soltanto fa in modo da enfatizzarlo, ma fa anche in modo da evidenzialo (la punta delle nuvolette può ricordare la punta di una freccia), col risultato di dare alle scena ulteriore spettacolarità.

Qui di seguito altri esempi, colorati questa volta in azzurro:

Dragon Ball, volume 13, pagina 50 (sx) e 60 (dx).

In Dragon Ball, di queste che potremmo definire "onomatopee parlanti" (e "onomatopee" nell'accezione più nipponica del termine), Toriyama ne ha fatto ampio utilizzo. Ciò ha portato come conseguenza, come dicevo prima fra le righe, a far sì che nella sua opera anche cose come movimenti ed espressioni facciali avessero in un certo senso una sorta di "forza vitale": lì dove infatti in molti fumetti le onomatopee assolvono al mero ruolo di effetti sonori disegnati, in Dragon Ball possono avere in aggiunta così tanta "carica" da passare dall'essere semplici elementi grafico-sonori messi in secondo piano ad elementi grafico-sonori posti in primo piano; e diventano così compartecipi dei personaggi di cui diventano diretta loro emazione, col risultato di rendere le scene ancora più vive e dinamiche.

Riprendendo la tavola 60 dal volume 13 dell'edizione Perfect giapponese, proviamo a confrontare le vignette qui sotto: una volta fatto apparirà di certo chiaro come, inserendo nella nuvoletta l'onomatopea che sta per la stretta della cintura (kyu), Toriyama ha voluto enfatizzare quell'azione; ha voluto trasmettere, mediante tale atto, tutta la decisione del nostro protagonista. Se avesse fatto diversamente, non soltanto l'effetto ne sarebbe risultato smorzato, ma il lettore con tutta probabilità difficilmente se ne sarebbe accorto, della presenza di questa onomatopea!

La determinazione di Goku è stata meglio sottolineata tramite l'utilizzo di "un'onomatopea parlante".

Di questa sottotipologia di onomatopee ne esiste a sua volta un sottogenere, e parliamo di nuvolette parlanti sprovviste di punta: dato che ne sono sprovviste, sono meno enfatiche rispetto a quelle che la presentano, e si collocano dunque a metà fra queste e le onomatopee più classiche. Qui sotto, alla sinistra di Cell, un esempio.

Dragon Ball, volume 26, pagina 176
In casi come questo la coda è assente per evitare anche venga equivocata come battuta del personaggio.
Notare inoltre come la posizione della carroforma trasmetta un'idea di espansione: la nuvoletta sembra comportarsi 
come un corpo che da un centro si sposta verso l'esterno; nel fare ciò si associa anche un'idea di apertura, 
che è poi quella che Cell comunica a Trunks semplicemente con la posizione assunta: 
"fatti pure sotto, ti accolgo a braccia aperte (per misurare le nostre forze)".



Nuvolette ordinarie siamesi

Costituiscono un corpo solo, e la loro funzione è quella di contenere un dialogo, più o meno lungo, spezzato in due parti per facilitare la lettura, o per dare alla frase un tocco di sospensione tra una parte e l'altra.

Nuvolette siamesi, nelle vignette 2,4 e 6.
Dragon Ball - Perfect Edition, volume 23, pagina 82.

A differenza di una coppia di nuvolette sì vicine ma staccate, le siamesi trasmettono meno l'idea di divisione tra una parte del dialogo e l'altra, proprio perché costituiscono una singola unità portatrice di dialogo: lì dove infatti due nuvolette distinte dette dallo stesso personaggio sono separate, e dunque prima si legge una e poi di netto si legge l'altra (immagine sotto, la prima e la terza versione), quelle siamesi sono attaccate per una parte, e quindi sebbene le battute in ivi contenute sono divise in due o più parti, noi siamo portati a interpretare quella attaccatura come segno del fatto che sussiste comunque un collegamento di qualche tipo, tra una parte e l'altra, come ad esempio potrebbe essere un'inspirazione.

Immagine di comparazione; Dragon Ball, volume 23 pagina 70.
In alto la versione originale, al centro e in basso due modificate: la prima di queste
presenta delle nuvolette siamesi, la seconda nuvolette ordinarie con un minimo stacco.


Nuvolette ordinarie a doppia punta

L'utilizzo delle nuvolette ordinarie a doppia punta si presta a situazioni come quelle in cui un personaggio dice qualcosa con un certo slancio o una certa intensità, e generalmente con voce più alta del normale; questo ad esempio perché è felice, sorpreso, oppure perché è infastidito. A differenza delle normali carroforme ordinarie a punta singola, queste in genere presentano punte leggermente più lunghe e aguzze, proprio per trasmettere il maggior senso di energia impiegata.

Dragon Ball, volume 14, pagina 209.


Nuvolette ordinarie a coda piatta

In Dragon Ball è stata adoperata molto di rado, quasi per niente. Ne è ravvisabile una maggiore presenza in opere precedenti, quali Dottor Slump e diversi autoconclusivi del primo periodo (dove è stata adoperata in maniera poco ragionata, probabilmente più legata al "sentimento" del momento). Non ne ho la certezza piena, ma sono dell'idea che il loro utilizzo in Dragon Ball si presti a tutte quelle battute che devono suonare come "espirate" e come se uscissero fuori tutto in una volta; insomma, non come una battuta che ha un suo punto di inizio (l'estremità della punta) per poi avere il suo sì repentino ma progressivo e normale sviluppo (resto della punta), ma come una battuta che esce fuori tutta insieme, e come se restasse poi sospesa come una bolla.

Dragon Ball, Volume 2, pagina 82.


Nuvolette tremule

Queste carroforme, come suggerisce il nome, sono caratterizzate dal fatto che presentano contorni più o meno tremolanti. Sono state adoperate nell'opera per indicare al lettore che la battuta ivi contenuta, espressa non gridando, è detta o pensata da un personaggio inquieto, impaurito, dolorante, sotto sforzo, che si trattiene, che è debole o che prova stati d'animo annessi di non tranquillità.

Il motivo alla base per cui queste nuvolette sono così è molto semplice: se ad uno stato di calma colleghiamo forme stabili, ad uno stato di agitazione associamo forme instabili, traballanti (pensate ad una casa scossa da un terremoto, o al'immagine di una tensione elettrica).

Dragon Ball, volume 13, pagina 63 (in alto) e volume 22, pagine 19 e 40 (in basso e al centro).


Nuvolette ad esplosione

Parlando di dialoghi detti con una tonalità di voce ben più alta del normale, come quando si grida o si dice qualcosa in maniera molto irritata, le nuvolette ordinarie a doppia punta lasciano il posto alle carroforme ad esplosione, vale a dire quelle che possono ricordare una sorta di lampo raggiante. Queste ultime in Dragon Ball si presentano fondamentalmente in due varianti: una con lati rigidi e una con lati schiacciati, piegati verso l'interno. In genere la prima è adoperata lì dove è necessario trasmettere un effetto comico alla battuta, oppure lì dove c'è bisogno di trasmettere parecchia energia (si prenda a modello quando Cell chiama N°18 nell'arcipelago); la seconda contiene sì battute dette a voce molto alta, anche gridate, ma risultano meno intense rispetto a quelle contenute nelle nuvolette ad espolosione a punte rigide; data questa minor intensità è per questo che possono assolvere al ruolo di contenitrici di quei dialoghi detti semplicemente con una certa dose di agitazione interiore (in tal senso possono essere viste come una variante delle nuvolette tremule). 

A destra il Re Demontoro chiama con allegria il proprio Maestro, e le sue battute sono contenute in carroforme ad esplosione con punte rigide; l'eremita della Tartaruga invece è nervosamente sorpreso della loro visita, e di conseguenza le sue battute sono state inserite in nuvolette ad esplosione a linee schiacciati.
Dragon Ball, volume 14, pagina 211.

Le nuvolette ad esplosione, oltre che a essere veicolo di frasi possono essere veicolo anche di onomatopee, proprio come accade con le carroforme ordinarie. Qui a seguire un esempio: l'onomatopea gyuu (adattata in italiano con grab), è contenuta all'interno della prima nuvoletta, quella ad espolosione a punte rigide.

Dragon Ball, volume 34, pagina 112.
Anche se non grida, le battute di Goku sono inserite in nuvolette ad esplosione del
secondo tipo perché lui è agitato, sotto pressione per la situazione, e nel dire quello
che dice impiega comunque una certa energia, superiore a quella necessaria per bat-
tute di intensità ordinaria.


Nuvolette di pensiero

Giungiamo adesso a parlare delle classiche nuvolette di pensiero, quelle che sono tali di nome e di fatto vista la loro apparenza (in certi casi possono però essere squadrate, e si capirà ad articolo inoltrato il perché). Essendo Dragon Ball un lavoro poco caratterizzato da momenti d'introspezione ed analisi formulate interiormente, esse sono in numero contenuto. Lì dove utilizzate generalmente presentano moderati rigonfiamenti, sia in quantità sia qualità, e la punta consiste in una leggera sovrapposizione di cerchioidi (a volte squadrati, a seconda del personaggio) via via sempre più piccoli, di solito tre o quattro.

In altri casi i pensieri dei personaggi trovano altre collocazioni: direttamente all'interno della vignetta, quindi non inseriti in nuvolette, oppure contentuti in soloidi, ossia in delle carroforme che possono ricordare un sole brillante (un insieme di liniette poste molto vicino fra loro, formanti cerchi o ovali). Quando non inseriti in carroforme i pensieri li troviamo collocati o su sfondi bianchi o su sfondi di colore nero: anche qui, non è possibile stabilire un utilizzo coerente da parte dell'autore, tuttavia in molti casi sembra che i pensieri su sfondo bianco, a differenza di quelli posizionati su sfondo nero, appaiono essere più superficiali, meno introspettivi. Per quanto concerne i soloidi in linea di massima sono adoperati lì dove a un personaggio viene un'idea o capisce qualcosa, in quanto trattasi di momenti di "illuminazione".

C'è però di più: un testo su sfondo monocromatico può segnalare ad esempio anche quei momenti in cui il personaggio s'immerge in un lungo stato riflessivo; oppure sono stati utilizzati in quei frangenti in cui avviene una comunicazione telepatica. Inoltre, in ogni caso, l'impiego di tale espendiente ha come effetto aggiuntivo di dare alla scena un leggero tocco di sospensione temporale: il che è molto utile, dato che tempo effettivo e tempo di una battuta pensata non sempre coincidono; senza contare che queste sospensioni danno equilibrio al ritmo generale della narrazione, che nel suo insieme procede piuttosto spedita.

Dragon Ball: sopra, volume 13, pagina 64; Sotto, volume 23, pagina 65.

Dragon Ball, volume 2, pagina 82.

Altre varianti di nuvolette di pensiero utilizzate nell'opera sono quelle che si vedono ad esempio a pagina 161 del volume 19.




Nuvolette squadrate

Sono una variante sia delle nuvolette ordinarie sia delle nuvolette di pensiero. Sono state introdotte a pagina 169 del volume 4, capitolo 55, tramite le battute di un robot del Red Ribbon. Anche il Sergente Metallic e l'androide N°8 a seguire parleranno con la stessa tipologia di nuvoletta. Il perché sembra evidente, facile da evincere: dato che parliamo di personaggi meccanici Toriyama gli avrà associato queste carroforme perché nell'immaginario comune i robot hanno forme squadrate. Dopo una lunga assenza sono state reintrodotte nel volume 15 tramite una battuta di Nappa a pagina 54 del capitolo 213. Tuttavia, in questa nuova fase il loro utilizzo si è prestato innanzitutto a casi in cui i personaggi non erano, per l'appunto, dei robot. Inoltre si è prestato a casi in cui questi dicevano qualcosa con preoccupazione o con serietà, oppure quando un personaggio parlava in maniera sicura, esaltata o balzandosa. In tali capitoli non è ancora possibile registrare una forma di utilizzo coerente, né registrare lo stesso uso che Toriyama ne ha fatto poi più in là nell'opera. Addirittura le loro linee, per fattezza, in certi casi possono confondersi un pochino con quelli delle nuvolette tremule: i lati sono sì rigidi e spigolosi, ma dall'andamento poco netto, quasi nervoso. Un cambiamento in tal senso lo si può iniziare a vedere con i primi capitoli dell'arco di Freeza. E un impiego più coerente, stabile, nonché più ragionato ed efficace, lo si può verificare a partire dal volume 21, durante lo scontro tra Goku e il tiranno galattico.

Dragon Ball, volume 21, pagina 156.


Queste peculiari carroforme sono squadrate perché le battute in esse contenute sono dette ad esempio da un personaggio cattivo, oppure da un personaggio molto serio, in certi casi che prima era un'antagonista e poi è passato dalla parte dei buoni (*2). O ancora, da un personaggio asciutto nell'emotività, eccetera.


[*Nota 2 - Anche a N°16 sono state associate carroforme squadrate, molto probabilmente non tanto perché da vedersi come antagonista vero e proprio, ma fondamentalmente perché è un personaggio serio, nonché robotico (come N°8).]


La motivazione a sua volta sottostante ad essa è presto detta: ad ogni forma la nostra mente associa significati, ce lo siamo detti più volte; e pensando a un classico personaggio positivo, in particolare a uno come Goku, non possiamo non collegarci ad esempio ai concetti di cielo, di tondo, di morbido, di allegria... tutte cose che, se le volessimo rappresentare tramite una semplice linea, le disegneremmo come una curva che va verso l'alto. E le nuvolette di Goku dunque non a caso sono morbide e tondeggianti. Al contrario, pensando a un classico personaggio negativo non possiamo non collegarci ad esempio ai concetti di terra, di quadrato, di rigido, di serietà... tutte cose che, se le volessimo rappresentare tramite una semplice linea, le disegneremmo come una retta, la quale sappiamo benissimo che non è piegata in nessuna direzione. E di conseguenza non è stato non voluto che, ad un certo punto, a personaggi come Vegeta e Piccolo l'autore abbia associato carroforme squadrate.


Tuttavia non è finita qui. Toriyama ha anche saputo sapientemente giocare con i contorni delle carroforme per evidenziare il cambiamento interiore di Goku quando diventa un super saiyan (*3).


[*Nota 3 - Stessa cosa dicasi per Trunks del futuro. Per quanto concerne Gohan, quasi mai l'autore gli ha associato vignette squadrate: si pensi a quando si trasforma in Super Saiyan Two contro Cell: si esprime tramite nuvolette squadrate per poi tornare subito dopo quelle ordinarie. Circa Vegeta invece, a partire da quel punto nell'arco di Freeza citato nel testo, a lui sono sempre associate vignette squadrate. Goten e Trunks parlano sempre con nuvolette ordinarie.]


Infatti, quando si trasforma (dalla prima volta fino a un dato punto nell'opera che vedremo a breve) la forma delle sue nuvolette passa dall'avere i contorni morbidi tipici di quelle ordinarie ad avere contorni spigolosi, proprio come quelle di personaggi al pari di Vegeta, Freeza e Piccolo. E la cosa ha perfettamente senso: essendo il super saiyan un potenziamento che "incattivisce" e rende serio l'utilizzatore, i lati delle carroforme delle battute del nostro protagonista si adeguano alla "forma spirituale" da egli assunta in quei dati momenti. Goku in modalità super saiyan lo vediamo tornare a parlare mediante nuvolette dalle forme morbide nel mentre dell'allenamento nella Stanza dello Spirito e del Tempo. E come mai succede questo? Questo accade in quanto, in quell'occasione, diviene in grado di controllare lo stato di agitazione e rigidità emotiva propria della trasformazione. In altre parole, Goku beneficia dell'aumento di forza e velocità derivante dallo stato di super saiyan restando però uguale al se stesso di sempre, e raggiungendo in tal modo una forma di equilibrio, proprio come esplicitato nel capitolo 387.

L'origine dell'impiego dell'espediente da parte dell'autore di associare certe carroforme a certi personaggi non è facile da ritracciare. Invero non è affatto chiaro se Toriyama l'abbia sviluppato totalmente da sé, o se l'abbia appreso da qualcuno. E, se fosse quest'ultimo il caso, non è neanche chiaro chi possa essere stato: il suo editor? Un suo collega? O forse un autore straniero?

Parlando di suoi colleghi, mi viene da avanzare l'ipotesi che possa aver preso spunto da Kinnikuman, del duo Yoshinori Nakai e Takashi Shimada. Pubblicato a partire dal 28 Maggio 1979, prima del maggio dell'anno successivo si possono notare due cose:

-) Intorno al capitolo 30 si vede che il telecronista parla mediante vignette di forma squadrata, anche se è bene precisare che questo uso non coincide perfettamente con ciò di cui stiamo parlando. Al massimo potrebbe essere stato uno spunto.

-) Nel capitolo 52, e questo potrebbe avere più rilevanza, si vedono alcuni personaggi di origine forse aliena esprimersi mediante nuvolette squadrate.

In altenativa si potrebbe rintracciare l'origine in un'opera del Maestro Osamu Tezuka, grande punto di riferimento per Toriyama, ovvero "Barbara". In quest'opera del 1973, in un'interessante contrapposizione, i personaggi maschili si esprimono proprio mediante nuvolette di forma squadrata.


Da Barbara, di Osamu Tezuka.



Parlando invece di fumettisti stranieri, Toriyama potrebbe aver preso spunto da persone come Walt Kelly e Dave Sim, o forse anche Neil Gaiman.

Quale che sia l'origine, essa è sicuramente da individuare almeno prima della fine del 1980, e un po' più precisamente, forse prima del 13 ottobre del 1980. Questo in quanto nel capitolo 37 di Dr. Slump viene introdotto il personaggio di Suppaman, il quale, a differenza degli altri, parla mediante nuvolette squadrate, probabilmente indicanti il fatto che si crede "un duro". A seguire Suppaman perderà questa caratteristica, tuttavia le carroforme squadrate troveranno un impego simile per caratterizzare i mostri apparsi nel capitolo 54, sebbene esse abbiano angoli un po' arrotondati rispetto a quelle del Suppaman del capitolo 37.


Ci sono anche altri esempi precedenti che è possibile citare, ma il loro uso è incostante e forse soltanto frutto del caso, o di una spinta non ponderata.


Nuvolette nere

Sono state adoperate lì dove l'autore ha deciso di dare effetti di enfasi e di risalto. Ad esempio in associazione a una battuta molto carica di energia o un dialogo o un suono molto carico di comicità, come quando Yamcha viene colpito alle costole da Shen, il dio della Terra sotto false spoglie.

Il perché non sono bianche è facile da capire: dato che il normale scorrere dei dialoghi avviene all'interno di nuvolette di colore bianco, per segnalare il cambiamento di intensità Toriyama, per l'appunto, le ha "caricate" del colore nero, così da farle anche risaltare.

A destra, Dragon Ball volume 12, pagina 136.
A sinistra,  Dragon Ball volume 12, pagina 126.

Altri tipi di nuvolette

Più di rado, in diverse situazioni Toriyama ha fatto utilizzo anche di altri tipi di carroforme. Vediamone alcuni esempi qui a seguire.

-) Carroforme rettangolari o pseudo rettangolari: contengono piccole narrazioni. All'inizio dell'opera erano presenti sotto forme diverse, come cornici cinesi o rotoli.

Dragon Ball, in senso antiorario: pagina 5 del volume 1, pagina 94 del volume 17, pagina 35 del volume 1.

-) Carroforme spezzettate: indicano che la battuta contenuta è detta sottovoce, come in questo dialogo tra Yamcha e Puar. Secondo la mia interpretazione, il contorno spezzettato in questi casi può trasmettere l'idea di una battuta detta sottovoce perché a differenza di una nuvoletta dai contorni normali mancano, sono come state sottratte, parte di linea, dunque in tal senso "di volume della battuta". E/o può rimandarci all'idea dello stato gassoso, condizione della materia per cui le forze che tengono assieme gli elementi chimici di una sostanza sono deboli, di scarsa entità: in parole povere sono associabili all'aria, sostanza leggera e silenziosa di cui nella maggior parte dei casi a stento ne sentiamo la presenza e il movimento.

Nuvolette con linee spezzettate ci sono anche nel volume 10, pagina 85, qui utilizzate in associazione alla comunicazione telepatica del Gran Re Demone Piccolo.

Dragon Ball, volume 1, pagina 138.


-) Carroforme squadrate a più punte biforcute: sono state usate lì dove il messaggio è comunicato in forma telepatica (sono dunque una variente di uno degli usi della precedente tipologia), oppure tramite altoparlanti. Sono state adoperate anche per contenere le risate di Majin Bu, quelle che Vegeroth sente all'interno del corpo del demone. Danno tutte in ogni caso una certa idea di "rimbombo" (quindi rimbombo nella mente, dell'aria, in un corpo, ecc).

Dragon Ball, volume 22, pagina 97.
Altre varianti delle nuvolette che contengono comunicazioni telepatiche è possibile vederle in tavole come a pagina 172, volume 9: il messaggio di Tenshinhan e del suo Maestro sono all'interno di nuvolette a doppio contorno, quelle dette con voce normale in carroforme dai bordi ondulati mentre quelle dette con tono più alto dentro a carroforme ad esplosione (*4).

[*Nota 4 - La stessa tipologia di carroforma è presente anche a pagina 189 del volume 12. Tuttavia non è chiaro se la battuta di Piccolo sia pronunciata mentalmente o meno. Dunque potrebbe essere da classificare come un'incoerenza. Inoltre, similmente, in tavole come a pagina 173 del volume 28 le battute telepatiche di Goku sono state inserite in nuvolette ad esplosione.]

Da Dragon Ball, volume 9, pagina 172.


-) Carroforme a più punte: utilizzate in quei casi in cui una stessa battuta viene detta in contemporanea da più di un personaggio.


Bo-zen (ボーゼン), l'onomatopea associata a uno stato di sorpresa piuttosto scioccante.
Da Dragon Ball, volume 12, pagina 102.


-) Nuvoloidi/Carroformoidi: ossia scritte quali onomatopee e battute comprese in segni grafici in modo da dare l'impressioni di essere come contenute in una nuvoletta di dialogo, anche se di fatto non lo sono.


Da Dragon Ball Perfect Edtion, volume 2, pagina 203.


-) Carroforme di Polunga: il drago namecchiano parla in genere tramite carroforme a metà fra quelle ordinarie e quella squadrate, ossia mediante nuvolette squadrate ma dagli angoli morbidi.

Dragon Ball, volume 20, pagina 117.


-) Carroforme-vignetta: usate in casi come quando Kibitoshin racconta la storia della sconfitta dei kaioshin per mano di Majin Bu; è la vignetta stessa a fungere da contenitrice del messaggio. Le carroforme-vignetta sono state utilizzate, come detto in precedenza, anche per contenere pensieri. Data la corrispondenza, è possibile parlare anche di "vignette-carroforma".

Dragon Ball, volume 34, pagina 64.





- L'efficacia delle carroforme di Dragon Ball


Dopo questa carrellata di nuvolette passiamo adesso alle considerazioni. Ad inizio articolo è stato scritto che la gradevolezza della narrativa di Toriyama in Dragon Ball risieda anche nel modo tramite il quale egli abbia adoperato forme e posizioni delle vignette. Parlando di forme abbiamo visto che lui ha:

1) Associato determinate nuvolette a determinati personaggi: ciò si traduce nel fatto che l'autore, ad un certo punto, ha utilizzato le carrofome non solo come meri veicoli delle battute dei personaggi ma anche come elementi caratterizzanti dei personaggi, al pari di come può essere un capo di vestiario o un tratto del viso. Una maniera di caratterizzazione che opera non soltanto sul piano visivo (la forma delle nuvolette usata come elemento descrittivo) ma anche su quello sonoro: leggendo un fumetto noi non possiamo sentirne i suoni, però tramite la forma delle nuvolette è come se Toriyama avesse comunque suggerito al lettore, e poi stabilito, come parla un dato personaggio. Ciò grazie al fatto che, ripetiamolo, a determinate forme noi associamo particolari idee e particolare significati. Senza contare che la forma delle nuvolette è stata adoperata anche per dare informazioni intuitive circa il carattere, di un personaggio.

Insomma: nessun spiegone, nessuna messa in scena, già le nuvolette suggerivano come era fatto Freeza e  come si distinguesse dal Goku. Solo tramite esse, un lettore che inizi a leggere Dragon Ball a partire dall'arco del tiranno spaziale, probabilmente potrebbe intuire subito chi sia il buono e chi sia il cattivo (ovvio, a ciò concorrono anche tutto un insieme di altri elementi, da cui gioco forza non si può prescindere).

2) Utilizzato le forme delle nuvolette non come semplici contenitori dei dialoghi fra i personaggi, ma anche come elementi particolareggianti ed enfatizzanti, dei dialoghi fra personaggi. Anche qui parliamo dunque di caratterizzazione sul piano sonoro: non che Toriyama sia stato l'unico, però ben ha saputo adoperare le differenze fra varie tipologie di carroforma per trasmettere diversi effetti: dolore, esaltazione, gioia, felicità e così via dicendo.



Inoltre abbiamo visto come egli abbia fatto impiego sia delle carroforme parlanti sia delle carroforme colorate di nero per rendere le scene più enfatiche, spettacolari o divertenti. E, in certi casi, ha anche sfruttato le dimensioni delle nuvolette per suggerire diversi effetti; ad esempio a carroforme contenenti date battute gridate ha dato delle dimensioni superiori rispetto alla norma, al fine di trasmettere un senso di maggiore intensità.

Dragon Ball, volume 34, pagina 65.
L'urlo di Majin Bu è stato intensificato mediante l'incremento delle dimensioni della carroforma, che sovrasta
quelle di Goku e Vegeta sotto; ma non solo, perché il grido è stato ulteriomente enfatizzato anche tramite
l'utilizzo del colore nero, della forma a punte rigide della nuvoletta e delle dimensioni della vignetta stessa.




Tutto questo ha contribuito a rendere l'opera espressiva, viva, e capace di donare emozioni al lettore: non basta una storia ben costruita per ottenere questo risultato, è necessario che essa sia comunicata in maniera efficace, e l'efficacia comunicativa in un fumetto la si ottiene adoperando nel modo corretto gli elementi costitutivi di un fumetto. E Toriyama sfruttando le potenzialità delle dimensioni e (soprattutto) delle forme delle nuvolette l'ha fatto. 



Il discorso sulle carroforme di Toriyama però non si esaurisce qui. Corretto ed efficace è stato invero anche il loro posizionamento, all'interno delle vignette, o più in generale all'interno della tavola (*5).

[*Nota 5 - In Dragon Ball le nuvolette infatti non sono state posizionate solo all'interno delle vignette, ma anche al di là dei loro lati. Parliamo in questo caso delle classiche nuvolette strabordanti. In quest'ultima categoria sono inseribili anche le carroforme poste fra vignette, come a pagina 105 del volume 22, in cui una nuvolette portatrice di un'esternazione di sorpresa è frapposta fra la vignetta ritraente il Dio della Terra e la vignetta in cui ci sono Yamcha, Tenshinhan e Jiaozi.]



Perché sì, non è che i dialoghi vanno inseriti nelle nuvolette e basta; per far sì che coinvolgano il lettore e gli suggeriscano il giusto ritmo di lettura è necessario che vengano poste in maniera giusta. O per dirlo alla McLoud, affinché un fumetto funzioni correttamente, le nuvolette è necessario che vengano giusta-apposte, e Toriyama generalmente l'ha fatto.

Volendo essere schematici, ecco in sintesi i due più importanti principi per la collocazione delle nuvolette:

A) Distanza = Tempo: similmente per le vignette, più una nuvoletta all'interno della stessa vignetta è distante da un'altra e più il lasso temporale che le divide sarà lungo. Stessa cosa dicasi per quelle singole nuvolette contenute in una sola vignetta: più la distanza dal bordo d'inizio lettura è distante, più in là verrà letta nel tempo, proprio come nell'esempio sottostante: nella prima versione, l'originale, il lettore con l'occhio parte dal bordo destro della vignetta e raggiunge qualche attimo dopo la nuvoletta della battuta di Goku (Are?/Cosa?); nella versione modificata sotto, il lettore parte sempre dal bordo sinistro ma con l'occhio impiega più tempo per raggiungere la nuvoletta, e ciò si traduce in una scena in cui Goku dice la sua battuta più in là nel tempo (un, due, tre... Are?).

Dragon Ball, volume 23, pagina 64.
Notate come l'effetto è diverso? Eppure è stata solo cambiata la posizione della nuvoletta! (in alto l'originale)


B) Una nuvoletta attaccata ai contorni della vignetta si legge subitaneamente, e una seconda dello stesso tipo ma distante dalla prima la si legge giusto qualche attimo dopo: non importa che siano poco o molto separate, dato che sono attaccate allo stesso elemento grafico (la vignetta), vengono lette una dietro l'altra, senza pausa di sorta.

Dragon Ball, volume 34, pagina 89.
Originale sopra, versione con carroforme modificate sotto.
Sopra: "L'ultima battaglia per il destino dell'universo  (ha finalmente inizio!)"
Sotto: "L'ultima battaglia... per il destino dell'universo (ha finalmente inizio!)"




In un'ultima analisi, vediamo ora come queste tecniche e questi principi sono stati rispettati in questa coppia di tavole dal volume 12.


1) La prima vignetta suggerisce un tempo di lettura piuttosto dilatato; o, detta diversamente, un tempo di "riproduzione mentale" piuttosto dilatato, se facciamo finta per comodità e intuitività di trovarci di fronte a una sequenza animata. Infatti, se questa vignetta fosse una sequenza dell'anime essa durerebbe, diciamo, circa 2-3 secondi. La linea blu tratteggiata è stata utilizzata proprio per suggerire questo scorrere temporale più lungo, rispetto a quello di molte delle sequenze successive.

2) Yajirobei parla, e le battute contenute nelle sue carroforme vengono lette una dietro l'altra, nonostante siano separate dal suo grosso faccione: questo accade perché, ripetiamolo, è il fatto che siano attaccate al comune elemento grafico, la vignetta, a suggerire al lettore che siano da leggere senza pause. È un po' come se il contorno della vignetta assolvesse allo stesso ruolo di quella linea presente in molti fumetti nordamericani che collega due nuvolette diverse, all'interno della stessa vignetta (e alle volte non solo). Quindi la linea blu non tratteggiata sta ad indicare che le battute, sebbene contenute in nuvolette distanti tra loro, vengono lette una di seguito all'altra, senza interruzioni.

3) Per la terza vignetta si applica lo stesso discorso della prima.

4) L'occhio si focalizza subito sulla battuta di Kurilin. Il motivo risiede sempre nel fatto che la carroforma è attaccata alla vignetta. Solo dopo l'occhio va effettivamente su Goku (prima ci passa sopra velocemente).

5) Segue poi, nella vignetta successiva, una coppia di battute di Goku inserite in due carroforme ordinarie siamesi. La pausa tra una parte è l'altra è minima, anche perché essendo collegate al bordo della vignetta costitutiscono insieme un'unica unità.

6) Stessa cosa che accade nella vignetta 2.

7) Idem, con l'unica differenza che qui possiamo notare che la seconda nuvoletta è un po' più grande, e ciò sta a significare che l'annunciatore dice la parte finale della sua frase con un tono più alto, rispetto alla prima.

8) La prima battuta di Yamcha viene letta subito. C'è un po' di pausa e si legge la seconda, staccata dalla vignetta.  Poi si passa all reazione sopresa di Dio, segnalata tramite le classiche liniette corte, dopodiché, a seguito di una piccola sospensione, arriva la sua battuta "ah sì?".

9) Stesso discorso fatto per la 4.

10) Stesso discorso fatto per la 8.

11) Stesso discorso fatto per la 1.

12) Stesso discorso fatto per vignette come la 6.

13) Stesso discorso fatto per la 1.



Insomma, proprio come in questa coppia di tavole, in tutta l'opera, in tutto Dragon Ball, la narrazione scorre fluida, efficace e col ritmo giusto: ciò è stato possibile anche grazie a come Toriyama ha saputo ben utilizzare a suo favore le nuvolette. Forse non lo immaginavate, vero?, che la gradevolezza di un fumetto può partire anche da elementi così apparentemente privi di chissà quale importanza, vero? Beh, la maestria di fumettista in realtà sta anche in questo, anche nelle cose più piccole!


E ordunque, siamo adesso arrivati alla conclusione. Analizzando un costituente tanto basilare come quello oggetto di argomento di questo articolo spero di essere riuscito a convincere anche il lettore più critico verso Toriyama che egli comunque non è, piaccia o non piaccia, un autore da sottovalutare. Anzi, secondo la mia opinione Toriyama è un fumettettista proprio da studiare, soprattutto se si è degli aspiranti.  In caso però non sia ancora riuscito a convincerlo, conto magari in un suo cambio di vedute già con la terza parte della mia esposizione.

L'argomento di questa terza parte riguarderà le onomatopee: lì dove in italiano abbiamo avuto da parte di Star Comics una lavorazione in cui sono stati apportati cambiamenti più o meno significativi o addirittura appiattimenti grafici, in originale ci troviamo davanti invece a una situazione in cui le onomatopee sono varie e diversamente efficaci!

Non credevate? Se la cosa vi ha sorpresi vi invito allora a continuare a seguirmi con questi approfondimenti: il bello di Dragon Ball non si è ancora esaurito!




Nota di curiosità: la kinto'un, la nuvoletta d'oro di Goku

Abbiamo parlato di nuvolette, parliamo allora anche un pochino della nuvoletta di Goku rispondendo alla seguente domanda: ma perché la nuvoletta kinto'un è di colore oro? Non poteva essere rossa, blu o rimanere viola, come in alcune illustrazioni iniziali? Perché si è optato infine per il colore giallo?

Beh, dovete sapere che kinto'un (筋斗雲) è la versione nipponizzata del nome cinese jindouyun, traducibile con nuvola che fa acrobazie. In giapponese però la parte "kin"(筋) del nome è omofono della parola nipponica per dire oro, kin (金): ecco perché la nuvoletta kinto'un è stata caratterizzata dal colore oro!




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- Dragon Ball come manuale di fumetto #4: i dialoghi



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Bibliografia consultata:

EISNER W. (2008) Will Eisner Comics and Sequential Art. New York - London: W.W. Norton

EISNER W. (2008) Will Eisner Graphic Storytelling and visual nar. New York - London: W.W. Norton

MCLOUD SCOTT (2013) Il libro del fumetto. Torino: Pavesio Editore.

ROUSMANIERE N. C., MATSUBA R. (2019) The citi exhibition Manga. London: Thames & Hudson Ltd.

TEZUKA OSAMU 手塚治虫 (2011) ばるぼら Barubora (Barbara). 東京Tōkyō: 講談社 Kōdansha.

TORIYAMA AKIRA 鳥山明 (2002) ドラゴンボール - 完全版 Doragon Bōru - Kanzenban (Dragon Ball - Edizione Perfetta). 東京Tōkyō: 集英社 Shūeisha.

TORIYAMA AKIRA 鳥山明 (2007) Dr. スランプ Dr. Suranpu (Dottor Slump). 東京Tōkyō: 集英社 Shūeisha.

TORIYAMA AKIRA (2012) Akira Toriyama - Menu à la Carte. Perugia: Star Comics

YAMANE MIDORI (N.D.) Manga Book - Il tempo nei ballons. Roma: Kawama s.r.l.

YOSHINORI NAKARI, TAKASHI SHIMADA (2013) キン肉マン Kinnikuman (Muscolo-man). 東京Tōkyō: 集英社 Shūeisha.




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TILLAMIZU (2019), Dragon Ball come manuale di fumetto - Le nuvolette. Disponibile da: https://tillamizu.blogspot.com/2019/10/le-nuvolette-di-dragon-ball.html [consultato il/accessed on - inserire data/insert date - ]