giovedì 16 agosto 2018

Formazione dell'iconografia del drago nella Cina antica

ARCHEOLOGIA CINESE

Il drago cinese è in tutti i sensi un essere fantastico, ed è il simbolo della sua stessa nazione. Da sempre contraddistinto per la sua tipica forma serpentina, non nasce però con baffi, zampe da rapace e corna da cervo: al pari di ogni cosa ha infatti avuto un'evoluzione.




Sin da bambino mi sono sempre piaciuti tantissimo gli animali. Un interesse così grande da condurre la mia attenzione anche verso quelli immaginari, tra cui i draghi. Esseri, questi, tanto affascinanti quanto impressionanti, al punto tale da avere in moltissime culture sparse per il mondo un ruolo di certo non irrilevante; proprio come nella cultura cinese, che da secoli vede il suo drago come un essere particolarmente importante perché connesso all'acqua, elemento portatrice sia di vita sia di morte. Incuriosito dalla sua figura, dopo averne approfondito la simbologia e le leggende ad esso connesse, ho voluto studiare l'evoluzione della sua iconografia, vale a dire il modo tramite il quale, attraverso secoli, le sue rappresentazioni sono via via cambiate fino ad arrivate al suo odierno e ben noto caratteristico aspetto.

La dissertazione che segue avrà lo scopo di tracciare generalmente quello che è stato, per l'appunto, il suo sviluppo iconografico, prendendo in analisi diversi ritrovamenti archeologici risalenti ad un arco temporale che va dall'antichità fino all'età del bronzo.

Il reperto più antico, nonché più grande, raffigurante un drago mai rinvenuto in Cina risale al 6000 a.C, ossia all'epoca neolitica. Parliamo di un grosso oggetto probabilmente di culto appartenente alla Cultura di Xinglongwa ritrovato nel 1994 nei pressi del villaggio di Chahai, provincia del Liaoning, a poco più di un chilometro dalla città di Fuxin; nel sito di scavo, nei pressi di ciò che rimane di un cimitero, è stato trovato un agglomerato di rocce rossicce disposte da sud-ovest verso nord-est accatastate in modo tale da descrivere una figura serpentiforme provvista di zampe lunga 19,7 metri e larga circa 2 metri.


Il Drago del sito di Chahai. Da www.sohu.com


Il secondo ritrovamento più antico è quello del sito di Xishuipo, nella città di Puyang, da collegarsi alla Cultura di Yangshao, vale a dire una cultura neolitica esistita tra il 5000 e il 3000 a.C. nelle odierne province del Gansu, dello Shaanxi e dello Henan, regione quest'ultima dove si trova Puyang. Il sito di Xishuipo, portato alla luce nell'estate del 1987, occupa una superficie di circa cinquantamila metri quadrati e consiste nei resti di varie case, magazzini e sepolture; ma il ritrovamento più singolare su tutti è stato certamente quello della tomba numero 45. In essa ci sono quattro scheletri di esseri umani adulti, ed uno su tutti, quello più alto (addirittura 1,84), spicca sugli altri per via di ciò che ha ai suoi lati: una tigre e un drago fatti con conchiglie di molluschi di fiume. 


Drago di Xishuipo. Da Yang Xiaoneng 楊曉能 (2002: 53)


Il drago, alla destra dello scheletro, è lungo 1,78 metri e largo 0,67; la sua testa è orientata a nord, possiede un corpo sinuoso ed una lunga coda. Anche se il reperto risale a diversi millenni or sono è stato possibile stabilire che queste conchiglie una volta era belle colorate: denti ed arti del drago erano infatti di colore bianco e marrone, gli occhi di colore bianco e nero e la lingua di colore rosso scuro. 

Tra le ipotesi più accreditate c'è quella di identificare questo scheletro con uno sciamano, e ciò per diversi motivi legati proprio a tale drago, nonché alla trigre. Il primo è da ricercare nel fatto che ai piedi dell'uomo c'è una composizione di tibie e conchiglie, raffigurante forse la costellazione del Gran Carro; interpretazione questa però controversa, perché secondo alcuni in realtà questa composizione sarebbe invece la raffigurazione della costellazione Wuche, i Cinque Carri, un'antica formazione stellare cinese compresa fra le attuali costellazioni del Toro e dell'Auriga; in ogni caso, il fatto che uomo, tigre, drago e e questa formazione siano tutti orientati verso specifiche direzioni ha fatto supporre ai ricercatori di trovarsi davanti al caso di una prima forma di descrizione del moto della Luna lungo arco celeste, il cui interprete sarebbe stato giustappunto uno sciamano. Le zampe del drago infatti sono puntate verso la costellazione della Vergine e dello Scorpione, mentre quelle della tigre verso Andromeda ed Orione. 


Tomba N°45. Da Yang Xiaoneng 楊曉能 (2002: 54)


In secondo luogo, si suppone che la popolazione reputasse i suoi sciamani capaci di essere aiutati da alcune creature speciali per comunicare col mondo sovrannaturale, ruolo attribuibile in questo al drago e alla tigre. In aggiunta tigre e il drago sono interpretabili anche come probabili indicatori dello stato sociale e del potere che questo individuo possedeva in vita, in qualità di figura che interpretava non solo il moto dei corpi celesti ma anche le rivelazioni degli spiriti della natura. Si ipotizza inoltre con un buon margine di sicurezza che questi mosaici facessero parte di una consolidato rito funerario, poiché all'interno della stessa tomba sono state ritrovate altre raffigurazioni simili, poste accanto agli altri scheletri; rispetto al drago e alla tigre vicini allo sciamano sono più piccole, e sebbene peggio conservate è stato possibile interpretare queste rappresentazioni come un altro drago, un'altra tigre, un cervo, un ragno e una persona a cavallo di un ulteriore drago.

Da questi due ritrovamenti potrebbe sembrare che in un primo momento il drago cinese, già in tempi antichissimi, possedesse in generale tutte quelle caratteristiche che possiede ai giorni nostri. Ed effettivamente questo è vero, ma solo in parte perché sono ad esempio sprovvisti dei loro baffi e delle loro zampe ad aquila attuali. Senza contare ritrovamenti successivi di draghi con musi porcini e ritrovamenti molto particolari in cui i draghi hanno addirittura una pseudo-faccia. Come quello su un'anfora di ceramica alta 38 cm trovata nel 1938 vicino a Wushan, in Gansu, risalente sempre al periodo della cultura Yangshao, il quale sembra in parte anticipare una tipologia di drago che si vedrà solo successivamente, durante il periodo della cultura Erlitou, che alcuni studiosi identificano piuttosto che con la dinastia Shang con la mitica dinastia Xia, la prima annoverata nelle cronache cinesi.


Drago con viso umanoide. Da https://zhuanlan.zhihu.com


Inoltre, se da questi primi due casi emerge che i draghi possedevano delle zampe, poi attraverso la scoperta di reperti di culture successive sembra proprio che le abbiano perse, almeno momentaneamente. Andando più avanti nel tempo infatti arriviamo alla Cultura di Hongshan, esistita tra il 3500 e il 2500 a.C. principalmente nell'attuale provincia del Liaoning. È una cultura di cui, nel corso degli scavi, abbiamo rinvenuto in particolare diverse sculture zoomorfe, piccole veneri ed ornamenti vari realizzati in giada. Giada, materiale quest'ultimo che da sempre per i cinesi sta per importanza al nostro oro, sia perché è un materiale parecchio duro e durevole sia perché è capace di catturare l'attenzione del nostro occhio grazie al suo bel colore biancastro, oppure verde, di tipo semi-traslucido. E anche la cultura Hongshan pare che venerasse il drago, raffigurato sotto forma di singolari oggetti proprio in giada definiti dagli esperti come “draghi-maiale” (zhūlóng 猪龙). Derivanti forse da una tipologia di manufatto chiamato anello forato (generalmente denominato in cinese bi) e forse anche da una tipologia di orecchini noti come jue, questi draghi prendono il loro nome proprio dal loro aspetto: il corpo allungato è quello caratteristico di un drago, anche se sprovvisti di zampe, e il muso sembra proprio quello di un suino. 


Zhulong 猪龙. Da Cang Shi 苍石 (2000: 19)


A differenza dei ritrovamenti precedenti, questi draghi in giada sono di ridotte dimensioni: andiamo dai 4 cm sino ai 15 cm, escludendo un esemplare molto particolare di cui parlerò fra pochissimo. La loro funzione era con tutta probabilità di tipo rituale e decorativo, in quanto questi zhulong sono stati ritrovati principalmente in sepolture e in quel oggi resta di un antico tempio dedicato al culto della dea della fertilità di Dongshanzui: la spiegazione che gli studiosi si sono dati è che questi draghi forse erano considerati come gli assistenti della divinità. Ma come mai si è fuso assieme la figura del drago e quella del maiale? Varie sono le teorie a proposito. Una di queste vede il maiale come animale collegato ai primi allevamenti, da cui gli uomini dipendevano per la propria sopravvivenza e, di conseguenza, per poter procreare. E il drago è da sempre stato associato all'elemento dell'acqua, ricordiamolo, elemento portatore di vita. Quindi, così come per il drago, anche il maiale era forse visto come un animale collegato alla vita. Comunque sia, in aggiunta c'è da notare che la forma a lettera ci dei draghi-maiale li fa somigliare per aspetto ad una sorta di embrione, dunque di futuro nascituro.

Col passare del tempo e il succedersi delle culture gli zhulong diventano qualcos'altro, mantenendo alcune caratteristiche che lo contraddistinguevano, recuperandone altre dal passato o presentandone di nuove. Come si evince ad esempio da uno molto particolare trovato nel 1971 nel villaggio di Sanxing tala, nella Regione Autonoma della Mongolia Interna. Questo zhulong, risalente sempre al periodo della Cultura Hongshan, infatti per forma e per dimensioni differisce da tutti gli altri del suo genere, il cui aspetto era tra l'altro parecchio standardizzato. Innanzitutto è alto ben 26 cm, possiede poi un corpo più snello, un muso meno porcino e al posto delle pseudo-orecchie/pseudo-corna, che caratterizzano invece tutti gli altri esemplari, ha una sorta di lunga criniera che parte dal capo.


Zhulong di Sanxing Tala. Da https://sohu.com


Una fisionomia che in parte viene ripresa da culture successive, come quella di Longshan, una cultura della costa orientale della Cina esistita tra il 2500 e il 1700 a.C, detta anche Cultura della Ceramica Nera. Ad essa appartiene un piatto di ceramica trovato nel sito di Taosi, in Shanxi, abbellito con la figura di un drago alquanto singolare: con lo zhulong di Sanxingtala ha in comune in tutta evidenza la forma circolare e l'aspetto più da rettile, come ci suggeriscono anche i motivi scudati che richiamano delle squame, mentre l'aspetto di novità è rappresentato, oltre dalla lingua a spiga di grano, dalla presenza di quelle che sembrano essere corna sul capo, forse evoluzioni della criniera del drago-maiale di Sanxing tala, vista la loro forma arricciata.


Piatto decorato con drago. Da Rawson (1996: 41)


Un ulteriore evoluzione del drago, almeno apparentemente divergente dal filone evolutivo dello zhulong, è riscontrabile in un reperto della cultura di Erlitou, quindi inizio epoca Shang, per apparenza collegabile, o almeno correlabile, col drago con pseudo-faccia di Wushan. Nella primavera del 2002, durante uno scavo di una tomba di un nobile uomo nel sito numero tre di Erlitou, nella contea di Yanshi, Henan, è stato ritrovato, proprio sopra la sua sepoltura, un drago di pietre turchesi avente un corpo lungo circa 65 cm e largo 4. Il corpo, rivolto da sud-est verso nord-ovest, è serpentino, la coda arricciata e possiede una grande testa quadrata divisa da una sorta di naso in due lobi differenti, in ciascuno dei quali è stata inserita una sfera di giada bianca per simboleggiare gli occhi. Nel complesso questo manufatto è formato da oltre duemila pezzi di pietre turchesi di varie forme, le quali gli danno un aspetto squamoso; ognuna delle squame è lunga dai 2 ai 9 millimetri e ha uno spessore di circa un millimetro. La sua funzione probabilmente era quella di guardiano simbolico della sepoltura del suo signore.


Drago di Erlitou, Xu Hong 许宏 (2005). Da www.kaogu.cn/en


Continuando ad andare avanti nel tempo, si può notare come probabilmente sarà però proprio lungo il filone dello zhulong che il drago cinese ha proseguito la sua evoluzione e a giungere sino a noi con l'aspetto che conosciamo. A testimonianza di ciò ci sono alcuni piccoli draghi di giada facenti parte del corredo funebre di Fu Hao, la conserte del Re Shang Wuding, vissuta tra il 1200 e il 1189 a.C. Da essi possiamo notare che il loro aspetto muta ulteriormente: il loro corpo non è più esattamente a forma di ci, anzi alcuni sono attorcigliati come dei serpenti (e da qui il nome cinese di panlong 蟠龙), le orecchie, o le pseudo-corna , iniziano a tendere definitivamente verso quelle che sembrano corna a tutti gli effetti e l'aspetto generale si fa più aggressivo, con addirittura i denti ben in mostra. 


Pendenti a forma di drago ritrovati nella tomba di Fu Hao 妇好. Da Rawson (1995: 209, 211)

Panlong 蟠龙 ritrovato nella tomba di Fu Hao. Da Cang Shi 苍石 (2000: 27)

Caratteristiche verosimilmente figlie del periodo storico verso il quale la Cina antica si stava incanalando, un'epoca in cui le società neolitiche stavano diventando sempre più complesse e sempre più tendenti ad espandersi oltre i propri confini. Cosa, questa, che portò inevitabilmente a scontri di natura militare per la difesa del territorio e/o il suo ampliamento.

Fu quindi probabilmente soprattutto a causa di questo clima incerto e belligerante che la figura del drago subì ulteriori cambiamenti, assumendo un aspetto ancora più minaccioso; infatti via via il drago si fa ancora più truce, riprendendo alcune caratteristiche tipiche del taotie (饕餮), una tipologia di decorazione a punte e a spirali simile ad una grottesca maschera sprovvista di mascella, capace di ispirare un certo senso di soggezione, ferocia e di tenere lontano chi è animato da cupidigia. Inoltre la forma del corpo torna definitivamente serpentina e non più raggomitolata, come si può evincere chiaramente da questi recipienti in bronzo d'epoca Shang e Zhou.

Utensile sacrificale di bronzo d'epoca Shang, decorato con tre coppie di draghi simmetrici formanti un Tao Tie.
Da Cang Shi 苍石 (2000: 25)
Contenitore di bronzo risalente alla Dinastia Shang con su un motivo Tao Tie e una coppia di draghi simmetrici.
 Da Cang Shi 苍石 (2000: 29)
Contenitore di bronzo risalente alla Dinastia Zhou Occidentale decorato sempre con draghi simmetrici.
Da Cang Shi 苍石 (2000: 30)
Pendente con draghi e uccelli, periodo della Dinastia Zhou Orientale. Da Rawson (1995: 69)


A seguito di questi secoli di conflitti, in cui alcune civiltà sconfitte vennero assimilate da altre, il drago acquisì piano piano di conseguenza altre nuove caratteristiche: gli spuntano corna da cervo e la testa si fa più grande e rettiliforme. Questo eccezion fatta per alcuni particolari tipi di drago che possedevano al contrario un capo rassomigliante più a quello di un cavallo, animale largamente usato in guerra. Sarà forse proprio da questa tipologia che certi draghi successivi prenderanno la loro caratteristica testa un po' da rettile e un po' da cammello (vedesi ad esempio i draghi del pittore Cheng Rong sul rotolo intitolato "I Nove Draghi").

L'iconica immagine del drago raggiungerà la sua forma praticamente attuale in un'epoca successiva, durante la dinastia Han (206 a.C - 220 d.C), per poi giungere a piena maturazione in epoca Yuan e Ming (1279-1368 e 1368-1644).


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PER CITAZIONI // IF YOU WANT CITE THIS PUBLICATION:

DAVIDE DELLA VIA (2018), Formazione dell'iconografia del drago nella Cina antica. Disponibile da: https://davidedellavia.blogspot.com/2018/08/formazione-delliconografia-del-drago.html [consultato il - inserire data - ]