VENUSAUR È UNA RANA? // BULBASAUR È UNA RANA? // INTERVISTA POKEMON GIAPPONESE TRADOTTA IN ITALIANO
Che creatura è lo starter d'erba di Pokémon Rosso e Blu? Davvero è una rana come si dice in giro? Scopriamolo assieme indagando un'intervista (in lingua originale) a Ken Sugimori!
INTRODUZIONE
Bazzicando in rete nelle comunità Pokémon mi sono imbattuto in utenti che affermano questo:
"Venusaur è una rana"
Oppure che Bulbasaur è una rana.
Recuperando l'intervista originale a cui alcuni di loro fanno riferimento circa le origini delle fattezze di Venusaur e linea evolutiva annessa, ho scoperto che la verità è un'altra.
Scopo di questo articolo sarà dunque quello di:
Fornirvi una mia (secondo me) più corretta traduzione in italiano di quelle parole dalla poc'anzi citata intervista a Ken Sugimori.
Proporvi delle mie riflessioni e osservazioni allacciabili a questo argomento.
Ciò detto, auguro a tutti voi una buona lettura!
L'intervista a Ken Sugimori di Game Freak
Per iniziare, vediamo che cosa è stato detto in questa intervista, pubblicata nel 2010 sul sito giapponese di Nintendo. Gli interlocutori che vi parteciparono furono tre: Junichi Masuda e Ken Sugimori di Game Freak (membri storici fin da Pokémon Rosso e Verde) e poi l'intervistatrice Misuzu Kiritani.
Masuda, direttore di gioco e compositore musicale, in questo estratto ha un'importanza molto marginale, perché si limita semplicemente fare una battuta umoristica (il che tra le righe ci fa anche capire il livello di serietà e precisione dell'interlocuzione).
Ciò che più ci interessa invece è ciò che si dicono Sugimori (illustratore maestro della serie Pokémon) e Misuzu Kiritani. Quest'ultima era una studentessa universitaria, modella e attrice che era anche apparsa in una pubblicità di Pokémon Bianco e Nero.
Innanzitutto, riporto a seguire l'estratto che ci interessa dall'originale giapponese:
桐谷
[...] ちなみに、杉森さんはどのポケモンが好きですか?
杉森
そうですね。今作のポケモンも好きなのですが、
生き物の上に花が生えている →フシギバナ は、
わりとポケモンらしいフォルムなので気に入っています。
でも描くのが大変なんです(笑)。
桐谷
そうですよね、細かいですよね。
杉森
なので・・・描くのが簡単ということをふくめると、
→ゲンガー が好きなんですよ。
桐谷
ゲンガー(笑)。
杉森
ゲンガーはゴーストタイプで図鑑を読むとちょっとこわいのに
ひょうきんな感じがして、ポケモンに必要な要素が
シンプルな形のなかに満たされているから、
結構気に入っています。
桐谷
ゲンガーって、ニヤついていますよね。
何だか悪だくみしている感じが・・・。
杉森
そうです、あの表情がいいんです(笑)。
ちょっと愛嬌がありませんか?
桐谷
そうですね、まるっこくてかわいいです。
あの・・・じつはず~っと気になっていたんですけど、
フシギバナって、何なんですか?(笑)
先ほど“生き物”っておっしゃいましたよね?
杉森
何なんですか・・・(笑)。
ああ、本体の生き物ですね。
あれはカエルみたいなものです。
桐谷
カエルなんですか?カエルに花が咲いているんですか?
杉森
はい。だからフシギバナに進化する前のフシギダネには、
カエルの様な生き物の上に球根がくっついているんです。
桐谷
その球根が、カエルの上で花を咲かせるんですね!?
杉森
そうです、モチーフはカエル。
桐谷
カエル・・・カエル・・・。カエルなんですね。
これは新しい発見だ!
増田
ぜひカエルをつかまえて、
背中に何かつけてやってください(笑)。
桐谷
お花をつければ・・・フシギバナになりますね(笑)。
Nell'immagine, Ken Sugimori di Game Freak.
Ora la mia traduzione in italiano dell'appena riportato estratto dall'intervista:
KIRITANI: Maestro Sugimori, a lei quale pokémon piace?
SUGIMORI: Beh, i pokémon dei nuovi titoli mi piacciono (NdT: "Pokémon Bianco e Nero"), ma su tutti direi... Quella creatura su cui cresce un fiore → Fushigibana! (Venusaur)
Mi piace perché ha delle caratteristiche alquanto "pokémonose".
Però è complicato da disegnare, ahah.
KIRITANI: Già, in effetti ha diversi dettagli.
SUGIMORI: Se consideriamo però quelli facili da disegnare → Mi piace Gengar!
KIRITANI: Oh, Gengar, ahah.
SUGIMORI: Sai, Gengar è di tipo Spettro, e anche se ha una descrizione pokédex inquietante ha un aspetto buffo.
Senza contare che soddisfa i fattori semplicità tipici di ciò che è un "pokémon".
Lo trovo perfetto.
KIRITANI: Gengar sorride con un'espressione alquanto... sinistra!
SUGIMORI: Già, è spassosissima quella sua espressione, ahah!
Non lo trova gradevole almeno un pochino?
KIRITANI: Sì sì, questo sì, è rotondetto e carino.
Ad ogni modo, Maestro, mi chiedo una cosa da tantissimo tempo...
Ma che cos'è Fushibana? Prima lei ha detto solo "creatura".
SUGIMORI: Mi chiedi che cos'è, eh?
Ahah, beh... nella sostanza è un animale, è una creatura che sembra una rana.
KIRITANI: Una... rana? Una rana con un fiore sopra?
SUGIMORI: Esatto! E di conseguenza Fushidane (Bulbasaur), che è la sua pre-evoluzione, è sempre una sorta di rana con su attaccato un bulbo sulla schiena.
KIRITANI: Però, una rana...! E con su attaccato un bulbo?!
SUGIMORI: Sì, la loro base è la rana.
KIRITANI: La rana... incredibile, che rivelazione!
MASUDA: Che qualcuno catturi una rana e ci attacchi sopra un bulbo, per favore, ahah!
KIRITANI: Già, così si evolverà in Fushibana, ahah! (Venusaur)
Il confronto tra le frasi: ciò che è stato veramente detto
Benissimo! Ciò fatto, ora accostiamo le due frasi che ci interessano di più e prestiamo attenzione alle differenze: in rosso quello che viene detto in rete, in verde la mia traduzione dal giapponese:
Venusaur è una rana -
Venusaur è una creatura che sembra una rana.
Una creatura che SEMBRA una rana.
SEMBRA
La differenza tra le due frasi è dunque sostanziale!
.
Altre possibili traduzioni possono essere:
È una creatura sembrante una rana.
È una creatura simile a una rana.
È una creatura somigliante a una rana.
È una creatura che è una sorta di rana.
Il Maestro quindi non dice che Venusaur è una versione pokémon di ciò che noi intendiamo per rane e rospi, come potrebbero essere Greninja, Toxicroak e Seismitoad: mi pare evidente.
Sugimori dice solo che Venusaur è un essere di fantasia il cui aspetto può dare quella impressione.
Ad esempio: Rhyhorn è un pokémon che può ricordare un rinoceronte, ma non è un rinoceronte.
A proposito di rospi, ne approfitto per fare una precisazione.
La parola giapponese kaeru (カエル) può stare tanto per "rana" tanto per "rospo" (e raganella, ecc). Dato l'aspetto tozzo di Venusaur, l'accostamento più giusto da fare sarebbe dunque con questi ultimi, con i rospi, non con le rane.
Si ricorda infatti che rane e rospi sono due specie di anfibi differenti, similmente a come sono mammiferi diversi il cavallo e l'asino o il puma e il giaguaro.
Per approfondire le differenze tra rane e rospi clicca qui.
Ma allora, perché la parola nipponica kaeruusata nell'intervista l'ho tradotta con "rana" quando in giapponese essa può stare anche per rospo?
Il perché è presto detto.
Visto il tono in parte scherzoso dell'intervista e visto che nessuno fra i convolti era ad esempio un biologo o stava parlando di biologia, ho dato per scontato che abbiano usato kaeru nella stessa accezione di quando noi comunemente vogliamo parlare di tutti quegli anfibi simili alle rane, chiamandole per l'appunto semplicemente rane.
Per portare un altro esempio: vi è differenza tra api e vespe, ma a prescindere se vediamo un'ape, una vespa, un bombo o un calabrone comunque noi comunemente li chiamiamo tutti "api".
Per tornare all'intervista, abbiamo quindi visto come Sugimori non ha affatto affermato che Venusarur è una rana: ha solo detto che è una creatura (di fantasia) che le somiglia.
Il massimo che viene poi asserito da parte sua è soltanto che Venusaur sia basato sulle rane.
Che cosa significa questo?
Tenendo conto di tutto, a mio parere significa semplicemente che per il Maestro il pokémon è stato disegnato partendo dalla tipica immagine di una rana del nostro mondo, per poi arrivare a creare un essere frutto di fantasia, non identificabile di preciso con nessun animale*.
Tanto è vero che voglio far notare come come nessuna rana ha come Venusaur:
Denti affilati
Orecchie a punta
Artigli alle zampe
E che a "camminare" come lui ci sono anche i coccodrilli (i quali sono rettili, non anfibi).
Senza considerare poi che i rospi tendono più a camminare che non a saltare (come invece vediamo nel video qui su linkato).
E che Venusaur non è mai stato visto usare la sua lingua per catturare delle prede!
Inoltre, ciliegina: Bulbasaur e Ivysaur, sue pre-evoluzioni (non girini tra l'altro) hanno un modo di camminare e correre diverso da quello di Venusaur, non "saltellante".
(Nota*)
In verità non si hanno conferme del fatto che sia stato proprio Sugimori a disegnare Venusaur. Ciò che sappiamo per certo è che lui disegnò una bozza di proto-Ivysaur. Questo quando il progetto Pokémon era agli albori e si chiamava in un altro modo: Capsule Monsters.
Il Proto-Ivysaur disegnato da Sugimori: un mostro schiacciato da un fiore
In un periodo a seguire, vennero realizzati le pixel-art di tutti i mostri tascabili per la coppia di videogiochi Pokémon Rosso e Pokémon Verde, dopodiché Sugimori basandosi su di essi creò per ogni creatura un'illustrazione dedicata, cambiando in certi casi il loro aspetto in maniera più o meno marcata.
Successivamente, con la versione giapponese di Pokémon Blu (la base delle versioni internazionali dei videogiochi), le pixel art dei pokémon vennero ridisegnate tenendo maggiormente in conto le modifiche fatte dal maestro, il quale a sua volta creò delle nuove illustrazioni ancora più aggiornate delle creature.
Didascalia riassuntiva (immagine di cortesia dal sito del gruppo Helix Chamber): 1) Proto-Ivysaur → Sprite Pokémon Rosso e Verde (JPN) → Sprite Pokémon Blu (JPN): Venusaur perde gli aculei, acquista orecchie, aumenta in robustezza e muta in fisionomia.
Il fatto poi che una creatura di fantasia sia basata su un certo animale, questo non porta inevitabilmente all'equivalenza con quell'animale. Ad esempio, il famoso pokémon topo Pikachu è basato su uno scoiattolo e un daifuku (che è addirittura un dolce, giapponese): tuttavia poi, disegnando disegnando, è venuto fuori un essere fantastico che è stato assimilato a un topo.
Dunque, se qualcuno asserisse che basta il fatto che un pokémon sia basato su qualcosa per identificarlo con quella cosa, allora pikachu dovrebbe essere considerato uno scoiattolo, o addirittura un tipo di dolce!
Eppure nessuno dice che Pikachu è uno scoiattolo, né tanto meno un dolce...!
Perché allora dovrebbe essere diverso con Venusaur?
Venusaur non è una rana: ulteriori prove a supporto
Continuando, per ribattere a coloro i quali sostengono l'uguaglianza "Venusaur = Rana", voglio in aggiunta portare l'attenzione su alcuni dati degni di notevole considerazione:
Venusaur fa parte dei gruppi uova "Mostro" ed "Erba, in cui sono assenti pokémon-rana.
Venusaur non può imparare mosse-uovo da nessun pokémon-rana.
Venusaur non impara nessuna mossa d'acqua, elemento in cui vivono le rane.
Venusaur in nessun gioco pokémon si comporta minimamente da rana.
In un'occasione, a questa mia argomentazione, mi è stato detto che la spiegazione di queste "stranezze" potrebbe risiedere nel fatto che Venusaur è uno starter (??), un pokémon Erba/Veleno e che è da considerarsi un rospo. A ciò io ho ribattuto portando delle evidenze, che qui adesso elenco:
Torterra, Serperior, Chesnaught e Decidueye imparano tutti delle mosse acqua.
Di pokémon Erba/Veleno che imparano mosse d'acqua ci sono Roserade e Amoonguss.
Mudsdale e Zebstrika, per quanto animali ispirati a muli e zebre e quindi specie diverse, si accoppiano tra di loro.
Seismitoad (una sorta di Rospo), pare che si accoppi con Greninja e Politoad (sorta di rane).
La rana avvezza nel pantano, e venusaur se la pappa a mo' di caimano
In conclusione, che cosa possiamo ricavare?
Ricaviamo innanzitutto che è sempre bene riportare con precisione le parole degli autori originali: questo per una forma di correttezza verso di loro e anche per evitare fraintendimenti, i quali possono oggigiorno diventare perfino virali e spargersi in rete a macchia d'olio.
Secondariamente ricaviamo che è sempre bene tenere in conto del contesto in cui le parole sono calate: perché una cosa è dire certe frasi in un contesto molto serio, una cosa è invece dire certe frasi nel mentre si ride e si scherza.
In terzo luogo, è importante anche bene comprendere come davanti a creature di fantasia le possibili assimilazioni a questa o quell'altra creatura del nostro mondo possono essere plurime, anche molto diverse fra loro.
Ad esempio, io in Bulbasaur e famiglia ho sempre visto una sorta di rettile, lì dove alcuni ci vedono una rana.
Ricordo però come la mia insegnante di musica delle scuole medie ci vedesse addirittura... una specie di maiale!
Quindi, per quanto anche tutta una maggioranza possa vedere in Venusaur una rana, questo non si traduce nel fatto che esso lo sia veramente: perché altri ci possono per l'appunto vedere dell'altro, e poi soprattutto perché a contare veramente sono le parole dei creatori originali!
Di cui uno di essi, Ken Sugimori per l'appunto, ha dichiarato a chiare lettere che Venusaur è solo una creatura che sembra una rana.
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PER CITAZIONI // IF YOU WANT CITE THIS PUBLICATION: TILLAMIZU (2023), Bulbasaur non è una rana: è un pokémon che SEMBRA una rana! Disponibile da/Available from:https://tillamizu.blogspot.com/2023/06/bulbasaur-non-e-una-rana-e-un-pokemon.htmll [consultato il/consulted - inserire data/insert date - ]
POKEMON ROSSO E BLU // POKEMON TRADUZIONE ITALIANA VIDEOGIOCHI // NOMI POKEMON GIAPPONESI TRADOTTI IN ITALIANO
Pokémon Rosso e Blu in giapponese erano un po' diversi rispetto a Pokémon Rosso e Blu in italiano. Questo anche a livello di traduzione e adattamento. Scopriamo assieme in questo nuovo articolo i nomi originali di diversi pokemon famosi!
INTRODUZIONE
Il meraviglioso mondo dei Pokémon.
Una dimensione fantastica, generatasi in Occidente con i celebri titoli Pokémon Rosso e Pokémon Blu e abitata dai più bizzarri esseri straordinari.
"Tutti prorompenti, tutti differenti", citando la sigla italiana della prima serie animata.
Perché sì, in effetti ogni pokémon era ben distinguibile l'uno dall'altro, in virtù di un lavoro portato a termine da Game Freak e Creatures Inc durato ben sei anni, sotto gli occhi vigili di Nintendo.
Erano chiaramente diversi per aspetto e per poteri, certo, ma anche per i nomi: oltre un centinaio, che ogni giovane allenatore di qui conosceva a menadito e conosce tutt'oggi alla perfezione.
Restai sorpreso quando scoprii che, nella maggior parte dei casi, quei nomi che avevo imparato a memoria e verso cui nutrivo una sorta di legame "d'affetto" non erano quelli originali: in lingua giapponese ad esempio il focoso Charizard ha un altro nome, così come il simpaticissimo Psyduck o il selvaggio Scyther!
E cosa ancora più sorprendete, dietro ognuno di essi c'era un significato spesso diverso, rispetto a quello dei nomi che abbiamo conosciuto tramite i nostri adoratissimi Game Boy.
Dopo un'attenta e minuziosa ricerca, scopo di questo articolo sarà dunque quello di fornire al gentile lettore, in un'ottica traduttologica e comparativa, una panoramica riguardo le differenze tra i nomi giapponesi dei pokémon e quelli italiani.
Questo immaginando in aggiunta varie possibili soluzioni su come rendere in italiano tali nomi, traducendoli e adattandoli direttamente dal giapponese, nel tentativo di provare a ricreare l'effetto che possono produrre all'orecchio di un nostro amico nipponico.
E in più, raccontando alcuni retroscena che sono poco noti alla maggior parte dei fan.
Se siete pronti a partire, allenatori, scegliete pure allora... il vostro pokémon con cui iniziare!
Prima di iniziare la trattazione è necessario che venga spiegato il motivo per cui i nomi dei pokémon in italiano differiscono anche parecchio da quelli originali presenti in Pokémon Rosso, Verde pubblicati in Giappone nel 1996.
In sintesi ecco a seguire il perché.
Quando Nintendo decise di localizzare Pokémon Rosso e Pokémon Blu nel vecchio continente, in via sperimentale commissionò delle traduzioni anche in lingua spagnola e in lingua italiana, per i rispettivi mercati di riferimento.
Per l'Italia vennero chiamati due localizzatori, Elena Fogazzaro e Leonardo Piero, ai quali fu chiesto di tradurre il gioco in italiano a partire dalla traduzione inglese di Nob Ogasawara: dunque non direttamente dal giapponese.
E a differenza delle versioni francesi e tedesche, per scelta aziendale venne deciso di adottare per i pokémon i nomi inglesi, nelle versioni italiane dei titoli (probabilmente e semplicemente perché per la versione italiana non c'era una struttura localizzativa abbastanza ben consolidata).
Circa questi ultimi, i nomi inglesi, sembra che solo una piccola parte sia stata ideata dal poc'anzi citato traduttore, sotto forma di semplici suggerimenti proposti ai responsabili suoi superiori della localizzazione; la restante è figlia di decisioni prese appunto a un livello più alto.
Per un approfondimento, oltre a specifiche fonti riportate in calce, vi lascio qui a seguire dei video grazie al quale potrete approfondire tutta la vicenda (si tenga però sempre in conto che mancano le dichiarazioni di Nintendo). Il primo è del canale Youtube Did You Know Gaming, in cui c'è un contribuito sul caso dello studioso Pokémon DR. Lava:
Valido è anche un secondo video, quello dello youtubista videoludico chiamato Cydonia, il quale si concentra più nello specifico sulla traduzione italiana, di Pokémon Rosso e Blu.
Seconda premessa)
Non prenderemo in analisi ogni singolo nome presente nelle due versioni dei videogiochi: effettuare un'operazione del genere fornendo pubblicamente tutte queste traduzioni sarebbe illegale, in quanto così facendo verrebbe meno il principio di legittimo utilizzo che invece anima tale mio articolo. Gli unici che possono farlo sono solo e soltanto coloro i quali ne hanno i pieni e legali diritti.
A rigor di chiarezza, nonché di correttezza, noi dunque analizzeremo giusto una ristretta parte dell'intero elenco dei nomi giapponesi dei pokémon. Infatti su 151 ne prenderemo in esame soltanto 29: quindi solo il 19%.
Il numero minimo sufficiente per far sì a mio avviso che il lettore possa costruirsi un parere abbastanza chiaro e che gli permetta magari di intavolare una discussione col sottoscritto e con altri appassionati.
In calce seguiranno alcuni nomi extra di altri pokémon, fra i miei preferiti nelle diverse generazioni e che al contempo potrebbero essere secondo me particolarmente interessanti per tutta l'utenza. Considerando anche questi, la mia analisi verterà dunque solo e soltanto su un 3%, dell'attuale parco complessivo dei mostriciattoli tascabili (ad oggi oltre 900).
Terza premessa)
L'avrete capito, ma meglio specificarlo: tale articolo non ha nessuna intenzione di denigrare il lavoro svolto dai soggetti citati né mettere alla gogna le loro scelte. È stato scritto solo e unicamente per fini informativi, per generare una sana discussione tra noi appassionati e magari nella speranza che possa risultare in qualche modo costruttivo e migliorativo.
Quarta premessa)
Le mie proposte di traduzione non sono di tipologia letterale, né aderenti all'originale fino alla legnosità. La mia idea di traduzione è sì quella di restare quanto più vicino è possibile alla fonte ma senza rendere innaturale la lingua di destinazione. In parole povere, alcune delle mie proposte di traduzione sono comprensive di adattamenti.
La metodica di base utilizzata è stata generalmente per tradurre la seguente:
Traduzione in italiano dei segmenti in lingua giapponese.
Inalterazione di gran parte di quelli in inglese, per mantenere "l'effetto esotico".
In caso di pluralità di giochi di parole, si è cercato di renderli tutti, e lì dove non possibile è stata operata una selezione per mantenere i significati secondo me più importanti.
In aggiunta, si specifica che nello stendere il mio lavoro ho voluto più volte sottolineare come quasi ogni interpretazione sui nomi riportata nell'articolo, mia o non mia, per quanto possa risultare verosimile si basa su semplici ipotesi, non su dichiarazioni ufficiali.
Ciò è dovuto al fatto che non solo per l'appunto dichiarazioni in merito scarseggiano, ma anche al fatto che i nomi originali dei pokémon sono scritti tramite trascrizioni fonetiche, non ideogrammi (i quali possono indicare con più precisione il campo semantico, ovvero il significato). Ed essendoci in lingua giapponese numerosi omofoni, su cui loro giocano molto in maniera creativa, è praticamente impossibile stabilire con certezza assoluta quali siano le effettive origini di questo o quell'altro nome.
Discorso simile vale anche per i nomi inglesi, solo marginalmente toccati in questo testo, le cui però difficoltà nel ritracciarne le radici sono per ovvie ragioni di minore entità.
Quinta premessa)
Troverete un'alternanza tra la scrittura "pokemon" e la scrittura "pokémon": questo perché, nonostante la seconda trascrizione sia quella corretta e ufficiale, i motori di ricerca pare che diano come chiave principale la prima.
Sesta premessa)
Da parte mia non c’è nessunissima presunzione di dire che le mie proposte di traduzione possono essere le uniche esatte. Magari un altro traduttore potrebbe proporre altre rese, che comunque sarebbero valide. Lo spazio commenti è aperto per interventi e suggerimenti di tale genere.
Inoltre, si specifica che non c'è nessuna volontà da parte mia nell'affermare che i nomi dei pokémon dovrebbero essere tradottti anche da noi in italiano. Né tanto meno asserire che nell'eventualità improbabile di ritraduzioni dei titoli citati, questi nomi dovrebbero essere tradotti così come da me proposto.
Semplicemente, nell'articolo troverete delle proposte esemplificative che:
Da un lato, immaginano traduzioni in italiano dei nomi in maniera simile a come avvenuto per il mercato francese e tedesco.
Dall'altro, provano a riprodurre l'effetto che i nomi originali fanno ad un orecchio giapponese.
Settima premessa)
Il sottoscritto non ha nessun legame con Nintendo, Game Freak, Creatures Inc, The Pokémon Company e con tutte le altre compagnie legate alla serie.
Qualora qualche soggetto si approfitti delle traduzioni qui da me proposte per creare e distribuire illegalmente una versione dei giochi diverse da quelle presenti sul mercato dovrà essere ritenuto responsabile di ciò egli ed egli soltanto; o loro, in caso di pluralità di soggetti. Questo in base al fatto che tale articolo, come già specificato, ha come unici fini quelli di analisi e discussione, così come prevede la legge e in particolare le leggi in materia di diritto d’autore e di critica.
Ottava premessa)
Non è consentito utilizzare questo articolo o parti di questo articolo per nessun fine commerciale. E non è possibile rielaborarlo in nessun caso senza autorizzazione da parte mia, ad esempio per creare una sua versione video. Né tantomeno è consentito l'utilizzo anche di singoli pezzi senza una mia forma di consenso o senza una doverosa citazione e rimando allo stesso.
Nona premessa)
Qualora mi si voglia chiedere di modificare o rettificare certe informazioni, potete contattarmi all'indirizzo di posta elettronica indicato nella sezione contatti di questo blog. Nel caso, la mia risposta verrà inviata nel più breve tempo possibile e il cambiamento verrà subito comunicato in maniera chiara e nella maniera per me più capillare possibile.
[ Aggiornamento del 28/03/2024: aggiunte nuove informazioni su Psyduck e una nota su Golduck ]
Nome d'origine di Bulbasaur, probabile frutto dell'unione di due parole giapponesi, ovvero fushigi (不思議) e la versione sonorizzata di tane (種).
In senso aggettivale, il termine fushigi può stare per "meraviglioso", "curioso" e "misterioso". Volendo sintetizzare, è una parola che si usa quando ci si vuol riferire a qualcosa che suscita in noi un senso di "affasciante bizzarria".
La parola tane (e quindi anche dane) significa "seme". Ma attenzione: dane è in aggiunta omofono di una coppia di particelle nipponiche che, se poste alla fine di una frase, servono in genere per affermare e chiedere conferma, retoricamente o non retoricamente ("da ne", だね). Per portare un esempio pratico, se in giapponese dico "fushigi da ne?", sto dicendo qualcosa del tipo "Misterioso, vero?"
Di conseguenza, il nome giapponese di Bulbasaur potrebbe suonare al contempo sia come "Misterioseme" sia come "Misterioso, vero?".
La traduzione di sintesi a cui ho pensato per rendere questo possibile gioco di parole è dunque Misteriosemeh ("Misterioso seme, eh?").
Altre possibili rese possono essere con gli altri differenti traducenti di fushigi, quindi ad esempio Meraviglioseme o Meravigliosemeh, oppure e Curioseme o Curiosemeh.
Io ho optato per l'aggettivo "misterioso" perché i pokémon sono delle creature derivanti dagli youkai (妖怪), esseri sovrannaturali della tradizione giapponese il cui nome è connesso per l'appunto al concetto di "mistero".
Ad ogni modo, è bene precisare e sottolineare che l'omofonia tra il dane per dire "seme" e il "da ne" per affermare e chiedere conferma potrebbe essere solo una coincidenza. Quindi, nella mente di quelli di Game Freak, potrebbe anche essere che il nome originale di Bulbasaur sia da intendersi solo e più semplicemente nel senso di "Misterioseme".
Fushigisou (フシギソウ)
Il nome nipponico di Ivysaur è molto simile per costruzione a quello della sua pre-evoluzione.
La differenza sta nel segmento finale, dove al posto di "dane" abbiamo "sou" (si pronuncia "soo", con una vocale "o" allungata": questa è la regola quando si vede in una parola giapponese una vocale "u" subito dopo la vocale "o").
In lingua nipponica questo termine può stare per varie cose, ma sono concorde nel ritenere che il suo significato sia da ricercare innanzitutto in una delle possibili letture della parola giapponese kusa (草), ovvero "erba".
Quindi, sotto questa prospettiva, il nome del pokémon potrebbe suonare come Misterioerba, o Meraviglierba e Curioserba.
Potrebbe anche qui essere una coincidenza, ma un'altra ipotesi vede in quel "-sou" alla fine del nome un collegamento con il verbo ausiliare giapponese sou (そう), il quale sta per "sembrare" oppure "parere". Quindi, se in giapponese dico "fushigi sou" sto dicendo "sembra misterioso".
Di conseguenza, una possibile resa in italiano potrebbe essere Parmisterioso.
In alternativa, altre valide potrebbero essere Parmeraviglioso e Parcurioso
Comunque, se volessimo sintetizzare in un'unica soluzione entrambe le interpretazioni, probabilmente le soluzioni migliori potrebbe essere Parmisterioerba, o Parmeraviglierba o Parcurioserba.
Nota: il titolo originale della terza puntata della serie animata Esplorazioni Pokémon, gioca chiaramente con i nomi di Fushigidane e Fushigisou e loro possibili doppi sensi; tuttavia, del gioco di parole quelli di Game Freak e Creatures Inc potrebbero essersene accorti solo in un secondo momento. Come sia andata davvero per il momento non possiamo saperlo, almeno stando alle fonti disponibili qui in Occidente.
Fushigibana (フシギバナ)
Nome giapponese di Venusaur, costruito anch'esso sulla stessa falsariga di quello di Bulbasaur e di Ivysaur. Ricorre di nuovo il termine fushigi, ma questa volta vediamo in coda abbiamo bana, versione sonorizzata di hana (花), che vuol dire "fiore".
Quindi, all'orecchio di un giapponese il suo nome può suonare come qualcosa come "Misteriofiore", oppure Meravigliofiore o Curiofiore.
Questo bana, è inoltre interessante notare, risulta molto simile per pronuncia a "da na" (だな), una variante più mascolina del "da ne" visto prima, e che in virtù di ciò in genere suona un po' più forte.
Se era proprio questo l'effetto che i creatori volevano ottenere, anche se lo ritengo improbabile per mancanza di prove abbastanza solide, trovo comunque stuzzicante ipotizzare allora che nella creazione dei nomi si sia voluta seguire una "linea evolutiva" che va da una sorta di domanda a una specie di affermazione: da ne (affermo chiedendo conferma) --- > sou (dico che una cosa mi dà una certa impressione) --- > ba na/da na (praticamente asserisco).
Il nome originale del primo pokémon iniziale di Tipo Fuoco dovrebbe proprio venire dalla fusione della parola giapponese per dire fuoco (hi, 火 ) e del termine nipponico per dire lucertola (tokage, 蜥蜴).
Nella nostra lingua, una possibile resa potrebbe quindi essere Fuocertola.
Rese alternative potrebbero essere il più letterale Fuocolucertola, o anche Pirolucertola/Pirocertola (sebbene in questi ultimi casi il termine "piro" per noi suona piuttosto tecnico, laddove invece "hi" in originale non produce in genere questa percezione).
Inoltre, è interessante apprendere come il nome giapponese della specie animale nota come "salamandra" sia nota proprio come hitokage. Di conseguenza, il nome originale di Charmander (ed ecco perché "mander") può suonare per un nipponico anche come Salamandra.
Nota: a onor di specifica, la salamandra non è una specie di lucertola: trattasi infatti di un anfibio (dunque "una sorta di rana"), che solo per forma e apparenza generale sembra una lucertola. Parliamo dunque di una definizione tradizionale, discendente di altri tempi, come quella per cui i kinoko (funghi, in giapponese, 茸) rientrerebbero nella categoria degli shokubutsu (植物), ossia delle piante.
Lizardo (リザード)
Charmeleon in giapponese è conosciuto col nome di Lizardo, che è la traslitterazione pari pari dell' approssimazione nipponica del termine inglese lizard, ossia lucertola.
Ovvero, i giapponesi pronunciano la parola anglosassone lizard dicendo o scrivendo "lizardo", in quanto il loro sistema linguistico è sprovvisto di singole consonanti (volendo eccettuare la enne, che però non è propriamente una enne).
Immaginando di trasporre il suo nome in italiano, la resa più fedele sarebbe quindi proprio "Lizardo".
Questo anche e soprattutto perché il suo nome è stato registrato proprio così. Tanto è vero che sui diversi prodotti ufficiali nipponici il suo nome in caratteri occidentali è sempre scritto come "Lizardo", per l'appunto.
La ragione di questa bizzarra scelta potrebbe risiedere nel fatto che un charmeleon è la pre-evoluzione di Charizard, noto nel Paese del Sol Levante come Lizardon. Dunque, così come gli mancano delle caratteristiche per essere un lizardon (ali, colore diverso e maggiore massa), così al suo nome originale manca una lettera rispetto all'evoluzione: la spiegazione potrebbe essere questa.
Lizardon (リザードン)
La rossa lucertola si evolve e diventa un drago. Di pari passo, riprendendo quanto poc'anzi ipotizzato, anche il suo nome sembra appunto come evolversi, e da Lizardo diventa Lizardon: quest'ultimo, il nome nipponico del celebre Charizard.
Quel "don" che particolareggia il suo nome nipponico potrebbe essere da collegare al "don" presente nei nomi di vari animali preistorici, come il Megalodon o l'Iguanodon (la parola don significa "dente").
Quindi, in un certo senso, il suo nome può essere inteso anche come se fosse Lucertoladonte.
Oppure, sotto una diversa ottica, quel "-on" sarebbe da allacciare a una certa tradizione nell'ambito delle opere di finzione con protagonisti i famosi mostri giganti giapponesi come Godzilla (i Kaijuu, 怪獣). Opere in cui quel "-on" presente nel nome di questo o quell'altro mostro servirebbe a indicarne "la mostruosità".
Nota: questo forse perché "-on" potrebbe derivare da parole come "monster" o dagli "-on" presenti nei nomi di numerosi famosi animali preistorici, per le cui sembianze possono sembrare "mostruosi", nell'immaginario collettivo. Oppure, potrebbe essere da legare alla voce onomatopeica nipponica "don" (ドン), che può stare ad indicare tonfi, impatti, passi pesanti e suoni forti simil-esplosivi, tutti guarda caso compatibili con la figura di mostri giganteschi.
L'ipotesi che prende in considerazione i mostri giganti giapponesi ha un fondamento piuttosto solido, sia perché Charizard non risulta caratteristico per le sue zanne sia perché è un dato certo che lo sviluppo della prima generazione dei titoli è stata fortemente ispirata alle figure dei kaijuu.
A onor di fedele traduzione comunque, per lo stesa ragione avanzata per Lizardo e in aggiunta per il possibile collegamento con la tradizione kaijuu, il suo nome non bisognerebbe tradurlo in italiano ma lasciarlo così come è conosciuto in Giappone: Lizardon.
Nota: un altro collegamento possibile sarebbe con l'accomodazione giapponese per rendere il termine inglese dragon, ovvero doragon (ドラゴン): in quest'ottica, anche se a mio avviso piuttosto forzata, la parte finale del nome dovrebbe richiamare la prima e l'ultima sillaba di doragon.
Monetartaruga: questa secondo me una possibile resa in italiano del nome nipponico di Squirtle (io la penso con la accentazione "Monè-tartaruga", più eufonica).
Un'altra possibile resa potrebbe essere Monetaruga.
Ad ogni modo, è interessante apprendere come la parte che sta per "zeni" sembri allacciarsi a una parola giapponese di stampo popolare che serve a indicare il concetto di moneta, o di monete. Ancor più nello specifico, il termine può anche indicare un loro tipo antico di moneta, tonda e con un buco al centro.
Data tale ambivalenza, un buon corrispettivo in italiano non può che dunque essere secondo me proprio la parola moneta, perché è sia popolare sia direttamente derivata dal latino "monēta".
La parte che sta per "game" invece (che è la versione sonorizzata dell'omosignificante kame) significa tartaruga, e da qui la crasi.
Nota: Stando al programma televisivo "PokéQuiz" in Pokémon Nero e Bianco, "Zeni è (per l'appunto) un termine all'antica per 'moneta'. E il carapace di Squirtle ricorda una moneta antica, quindi è così che hanno avuto il loro nome" (traduzione diretta dalla voce inglese wikipedia di Squirtle).
Inoltre, il nome potrebbe essere da intendersi anche in un senso figurato: l'immagine di una moneta, che è un oggetto molto piccolo che sta in una mano, forse serve per dire che Squirtle è il "piccolo" di Blastoise.
Infine, collegandoci a quanto appena ipotizzato, esso potrebbe essere in aggiunta da congiungere al concetto al nome con cui i giapponesi chiamano i piccoli della testuggine palustre punteggiata: ovvero, proprio zenigame!
Kameil (カメール)
Sebbene in originale si pronunci Kameru, il nome ufficiale giapponese di Wartotle è Kameil: questo perché la parte che sta per "-eru" è il modo approssimato più vicino per pronunciare nella loro lingua la parte che in caratteri occidentali corrisponde a "eil".
Kame, l'abbiamo visto prima, anche qui vuol dire tartaruga. Circa la sezione finale, quel "-il", si è avanzata la concreta ipotesi che sia da collegare alla parola inglese per dire coda, ossia tail: dopotutto, Wartotle è una tartaruga con una vistosa coda.
Dando per buona questa tesi, possibili rese in italiano per provare a ricreare l'effetto che potrebbe fare a un orecchio giapponese potrebbero essere Tartoda, Codartaruga, Codatartaruga o Codataruga.
Ad ogni modo, dato il probabilissimo riferimento alla parola inglese "tail", in una traduzione in italiano quel segmento andrebbe mantenuto, e di conseguenza una soluzione potrebbe essere ad esempio Tartarugail, oppure Tartargail.
Nota: ci sarebbe da precisare che dietro la pronuncia del suo nome originale potrebbe esserci un ulteriore gioco di parole: kame (tartaruga) più kameru (噛める), quest'ultimo che in giapponese significa "saper mordere", e in effetti Wartotle è una tartaruga che con i suoi denti suggerisce che potrebbe essere dal morso facile.
La differenza tra il nome e il verbo kameru comunque sta nel fatto che quest'ultimo non possiede un prolungamento vocalico dopo la seconda sillaba.
Kamex (カメックス)
La parola giapponese che sta per tartaruga, ossia kame, nell'ultima evoluzione di Squirtle potrebbe essere da mettere in connessione con l'accomodamento nipponico del termine inglese "max" (massimo), ovvero makkusu (マックス). Questa è l'ipotesi al momento più accreditata.
Una traduzione in italiano potrebbe dunque essere Tartarugax, oppure Maxaruga.
Un'altra ipotesi tira in ballo la parola latina "rex" (re), e quindi Kamex sarebbe da intendersi come se fosse Tartarughex, oppure Rexaruga.
Quest'ultima tesi è piuttosto affasciante secondo me, perché si allaccia a quella fase di sviluppo in cui Game Freak dovette decidere, prima della pubblicazione di Rosso e Verde, quali pokémon tra i tanti ideati mantenere all'interno del gioco.
Oggi sappiamo che sembra che l'evoluzione finale di Squirtle fosse un'altra, una sorta di Wartotle potenziato, e che Blastoise fosse l'evoluzione di un altro pokémon tartaruga. Al di là del discorso ridondanza di tartarughe all'interno di una singola generazione, Tajiri e gli altri potrebbero aver pensato di eliminare il "Super Wartotle" per sostituirlo con Kamex (il Re delle Tartarughe) perché altrimenti quest'ultimo ne avrebbe indebolito la sua importanza, in quanto evoluzione finale del pokémon d'acqua iniziale.
Butterfree (バタフリー)
Alcuni dei nomi dei pokémon restano invariati, nel passaggio dalla lingua giapponese a quella inglese (e di conseguenza a quella italiana). Il primo esempio che rientra in tale categoria è Caterpie, noto infatti con il medesimo appellativo anche nel Paese del Sol Levante. Segue poi Butterfree.
Attenendoci alla sua scrittura secondo i caratteri alfabetici, esso è composto dalle parole anglosassoni butter e free, ossia burro e libero/gratuito.
Da un certo punto di vista, Butterfree è così dunque traducibile in Burrolibero, o addirittura in Burrogratuito. Ma non è certo questo, l'angolo d'osservazione da cui analizzare il nome! Bisogna invero risalire più alla radice, ovvero alla parola inglese per indicare le farfalle: butterfly.
Composto da butter più fly (insetto volante), l'etimologia della parola è incerta, e tre sono le principali spiegazioni:
La prima, l'allaccia all'immagine degli insetti che si poggiano su latte o burro lasciato scoperto.
La seconda, ipotizza che il termine "burro" sia da collegare al tipico colore delle ali delle farfalle.
La terza, porta avanti la tesi per cui sarebbe il colore dei loro escrementi, da associare al burro.
Quale che sia la vera origine, si può comunque anche dare praticamente per certo che il nome Butterfree sia un gioco di parole che si allaccia foneticamente al termine da cui deriva, butterfly per l'appunto (in giapponese approssimato in batafurai, バタフライ). In questo senso, il suo nome acquisterebbe dunque il significato di Farfallibera, oppure di Liberfalla.
Ma non è finita qui.
Sì, perché se consideriamo la pronuncia giapponese del nome del pokémon (Batafurii), scopriamo due curiosità davvero interessanti. Innanzitutto, il suo nome è foneticamente sinaptabile alla parola batari ばたり), termine alternativo al più comune battari, il quale tra i vari lemmi può significare "inaspettatamente" (e tale avverbio ben si connette, anche qui, al concetto degli youkai: creature in cui ci si può imbattere quanto meno te lo aspetti). In secondo luogo, è possibile legarlo alla voce onomatopeica batabata (バタバタ), che sta a indicare lo sbattere delle ali.
Considerando queste due ulteriori eccezioni, ecco quindi che ai giapponesi il nome Butterfree potrebbe suonare anche come Inaspettalibero oppure Flapfree.
Comunque, in una remotissima ipotesi di ritraduzione di Pokémon Rosso e Blu in cui si volesse decidere di tradurre i nomi dei pokémon nella nostra lingua, Butterfree andrebbe comunque mantenuto uguale così com'è anche in lingua inglese.
Spear (スピアー)
Questo nome è ancora più curioso del precedente, ed entra a pieno titolo fra i nomi più difficilmente traducibili nel mondo pokémon.
Infatti, il nome giapponese di Beedrill (Trapanape) è appunto il seguente ed è così registrato: Spear.
Spear dovrebbe allacciarsi all'omofona una parola inglese spear, che sta a significare "lancia", "trafiggere" e "infilzare". Se volessimo attenerci a questo, il nome del pokémon sarebbe dunque da traducibile in italiano con uno dei poc'anzi citati traducenti. Tuttavia c'è una particolarità da notare e che mi fa propendere per mantenere il nome Spear: se esaminiamo con attenzione la pronuncia fonetica originale, ossia Supiaa, scopriamo che è... Aapis scritto sillabicamente al contrario: ovvero, ape!
Nota: anche se a onor di precisione Beedrill sembra più una vespa che un'ape!
Poppo (ポッポ)
Il nostro tenero "Picciottello", ossia Pidgey (probabilmente da pigeon, piccione, e pudgy, cicciottello), nell'originale giapponese presenta un nome del tutto diverso: Poppo!
Da dove deriva?
L'ipotesi su cui anche io scommetto considera l'onomatopea giapponese che sta per il tubolare, il tipico verso dei piccioni, che si dice e scrive proprio poppo (ぽっぽ). Di conseguenza, si farebbe la cosa giusta se lo si volesse trasporre pari pari in italiano con Tubtub.
Il nome, secondo un'altra ipotesi, deriverebbe non da un'onomatopea ma da una parola nipponica di uso infantile per indicare la colomba, ossia hatopoppo (はとぽっぽ). Possibili rese, se fosse questa l'ipotesi giusta? Beh, io direi Lomba! («Mamma, guadda! La lomba, la lomba» disse il bimbo alla madre).
Pikachu e Raichu (ピカチュウ - ライチュウ)
Riguardo il nome di Pikachu (e di riflesso anche quello di Raichu), le prossime righe potrebbero stupire molti di voi gentili lettori: apprenderete infatti qualcosa che va in parte contro la credenza comune!
Ovvero, ciò che si ritiene praticamente un dato di fatto è che il nome "pikachu" deriverebbe dall'unione di queste due parole giapponesi: pikapika (ピカピカ), che indica lo scintillio elettrico, e chuuchuu (チューチュー), l'onomatopea che sta per il verso del topo.
Attenendoci a questa interpretazione, il suo nome sarebbe dunque traducibile in italiano con qualcosa come "Bizzsquit" oppure "Scintilsquit". E comunque probabilmente all'orecchio di un giapponese è così che potrebbe suonare. Tuttavia, una recente intervista al personale creativo coinvolto nella realizzazione di Pokémon Verde e Rosso rivela un retroscena sorprendente.
Pubblicata il 26 luglio 2018 sul sito ufficiale italiano di Pokémon, in essa la disegnatrice del mostriciattolo giallo, Atsuko Nishida, da un lato conferma che la parte che sta per "pika" deriva dalla voce onomatopeica pikapika. Ma a riguardo della seconda parte del nome ha spiegato che:
Nishida: Per "chu" invece sono andata un po' a naso. Mi piaceva il suono che, tra l'altro, suggeriva qualcosa di piccolo e carino. Quindi non è che "chu" facesse particolarmente riferimento al verso del topo in giapponese. In realtà non lo avevo concepito specificamente come tale, dal momento che esistevano già Pokémon come Rattata ispirati a un topo.
Nota: infatti nelle idee iniziali, Pikachu era ispirato alla figura del dolce daifuku e poi dello scoiattolo.
Nella stessa intervista il responsabile artistico dei due titoli, Ken Sugimori, sottolinea quanto dichiarato da Nishida confermando che la definizione "Pokémon Topo" è stata data solo in seguito, forse per volere di Satoshi Tajiri.
In conseguenza di ciò, per tradurre in italiano il nome di Pikachu, non bisognerebbe pensare a soluzioni come Bizzsquit, ma al massimo soluzioni come "Bizzchu".
Per quanto concerne l'evoluzione Raichu vale lo stesso discorso.
Rai (雷) in giapponese significa tuono, oppure folgore, quindi lo si potrebbe tradurre come Folgorchu. Dato però che l'assonanza con la voce onomatopeica rimane, ad un orecchio nipponico il suo nome può comunque suonare come qualcosa simile a "Folgorsquit" o "Tuonosquit".
Piccola cosa curiosa da notare: considerando che di Raichu ne esisteva l'evoluzione Gorochu, la cui prima parte del nome si connetterebbe al suono onomatopeico giapponese dei rimbombi del tuono (ゴロゴロ gorogoro), questa linea evolutiva avrebbe dunque seguito nella nominazione una sequenza logica di rumori legati a una folgore: ovvero prima lo scintillio, poi il tuono e per finire il suo conseguente rimbombo.
Ricostruzione fantasiosa dell'ultimo anello mancante nell'evoluzione di Pikachuu e Raichu.
Ad ogni modo, dato che i loro nomi rientrano nella categoria di quelli che restano uguali dalla lingua giapponese alle lingue straniere, non dovrebbero essere tradotti e rimanere dunque come tali.
Rokon e Kyukon (ロコン - キュウコン)
I nomi inglesi di questi due pokémon sono Vulpix e Ninetales. Il primo è probabilissimo figlio della combinazione della parola latina vulpes (volpe) e del numero sei in lingua inglese, six; inoltre, dato il Tipo Fuoco, potrebbe avere un collegamento con la parola vulcan, vulcano. Circa il secondo, traducendo sempre dall'inglese, esso dovrebbe stare letteralmente per "nove storie"; c'è però da notare che la pronuncia di tales è praticamente uguale a quella di tails, e quindi il nome suona anche come "nove code".
Anche nei loro nomi originali, ci sono collegamenti ai numeri sei e nove e alla figura della volpe.
Innanzitutto, il nome giapponese di Vulpix è Rokon.
Con estrema probabilità, la prima parte è da allacciare al termine nipponico per dire sei, ovvero roku (六). La seconda parte, kon, potrebbe derivare da una delle possibili letture di questo carattere: 恨.
Carattere che per l'appunto può essere pronunciato "kon" e che sta a significare "rancore", in allaccio forse alla mossa di Tipo Spettro "Stordiraggio" di Vulpix che può imparare in prima generazione e al fatto che la sua evoluzione può scagliare un maleficio millenario, se qualcuno gli afferra una delle code per arrecargli disturbo (stando alla descrizione pokédex della versione nipponica di Pokémon Blu; negli originali rosso e verde è scritto che può vivere mille anni).
Nota: a partire dalla terza generazione, guarda caso, Vulpix potrà imparare la mossa "Rancore".
In aggiunta, kon potrebbe riferirsi al suono onomatopeico konkon, ossia il tipico verso che fanno le volpi secondo i giapponesi. Inoltre, Rokon potrebbe anche essere da allacciare a livello anagrammatico alla parola konro (コンロ), ovvero fornello a gas (e quindi in connessione al concetto di calore e di fuoco). Infine, una lettura alternativa della parola giapponese per la volpe, 狐 kitsune, è ko.
Tenendo conto di tutto questo, una possibile sintesi traduttiva del nome potrebbe dunque essere Seguai: la parte che sta per "se" si connetterebbe al numero sei, mentre la parte che sta per "guai" si collegherebbe sia al nome italiano del verso della volpe, il guaiolare (una sorta di abbaio/lamento), sia alla parola "guaio", concetto vicino a quello di maleficio (scagliato per rancore).
Stesso discorso applicabile al nome giapponese di Ninetails, ossia Kyuukon. Esso condivide infatti con la pre-evoluzione la seconda parte ma differisce per la prima, la quale dovrebbe stare per "nove". Quindi il suo nome lo si potrebbe tradurre con Noveguai.
Può però anche essere tradotto con Arcaiguaio, in quanto dietro il suo nome probabilmente c'è un ulteriore gioco di parole: kon, starebbe sempre per "rancore", e kyuu starebbe anche per "antico", "vecchio", "arcaico". E prima l'abbiamo detto, Ninetails è un pokémon che può lanciare malefici di durata millenaria: sorprendente, direi!
Kusaihana (クサイハナ)
Il nome inglese di Gloom fa probabilmente riferimento alla sua faccia scura: esso infatti pare essere frutto della miscelazione tra il verbo anglosassone "to bloom", che significa fiorire, e il sostantivo sempre anglosassone gloom, depressione o tristezza, ma anche buio e oscurità. E in effetti, Gloom è un pokémon fiore, dalla faccia di colore nero (prima generazione) e con un'espressione che sembra perennemente triste, affranta.
Il nome giapponese invece pare non faccia per niente riferimento alle sue caratteristiche somatiche, quanto a quelle odorose: noto infatti nel Paese del Sol Levante come Kusaihana, il suo nome ritengo che sia quasi certo che stia per "fiore che puzza".
Di conseguenza, in italiano lo si potrebbe tradurre come "Fiorpuzzoso", oppure Puzzofiore o Puzzafiore.
Koduck (コダック)
Il nome giapponese del nostro Psipapero (questa la possibile traduzione dall'inglese Psyduck) non si connette al fatto che il pokémon può utilizzare poteri psichici. Di fatti il suo nome originale è Koduck (Kodakku), ossia probabilmente da intendersi come "piccolo di papera". Dato che nell'appellativo c'è un termine in lingua inglese, una valida resa in italiano potrebbe dunque essere Anatroduck, Paperinduck oppure Pulcinduck.
Curiosità: il termine nipponico per indicare l'anatra nana, la Call duck, ossia una razza particolare di questo animale, è proprio kodakku!
E... curiosità nella curiosità: uno dei nomi giapponesi di "Call Duck" è "koru dakku" (コールダック), che sembra una crasi di cold (korudo, コールド) e duck (dakku, ダック). Così inteso suona dunque come se fosse Cold Duck, "Papero freddo": sarà allora per questo che la colorazione cromatica di Psyduck è azzurro chiaro, come se fosse "congelato"? E sarà legato a questo che le colorazioni di Psyduck e Golduck sembrano essere appositamente invertite?
A proposito di quest'ultimo:
Nota su Golduck
In giapponese il nome dell'evoluzione di Psyduck è sempre lo stesso: Golduck (ゴルダック, gorudakku). L'ipotesi più accreditata è che il suo nome si leghi nella prima parte al termine inglese per dire oro, ovvero gold.
Potrebbe essere questo un riferimento al fatto che in prima generazione il colore oro è associato ai pokémon di tipo psico, e sappiamo che Golduck ha poteri psichici. Oppure, altra supposizione, al concetto del grande valore dell'oro, usato ad esempio anche per premiare gli atleti che si classificano ai primi posti nelle competizioni sportive.
Se ci rifacciamo ad alcune voci pokédex, quest'ultima ipotesi sembra assumere molta consistenza:
Rubino: "Le zampe anteriori e posteriori a pinna dotate di membrana interdigitale e il corpo longilineo di Golduck gli conferiscono una velocità incredibile. Infatti è molto più veloce dei più esperti nuotatori umani".
Zaffiro: "Golduck è il più veloce nuotatore tra tutti i pokémon. Nuota senza fatica anche nel mare agitato e tempestoso. Talvolta salva naufraghi dai relitti affondati in alto mare".
Perla: "Nuota a velocità incredibile grazie alle poderose zampe palmate. È il miglior nuotatore fra i pokémon".
Arceus: "Il corpo vigoroso e le membrane degli arti fanno di lui un magistrale natatore capace di avanzare imperturbato tra i cavalloni dei mari in burrasca".
Tenendo conto di ciò, in quest'ottica il "Gold" di Golduck assumerebbe il significato di "Papero dalle eccellenti qualità/abilità". La supposizione trova forza inoltre se si paragonano gli adattamenti in altre lingue del suo nome: infatti nella stragrande maggior parte dei casi rimane invariato oppure si lega per l'appunto al concetto di "eccellenza".
Se tutto ciò avesse conferma, avrebbe perfettamente senso che il suo nome sia rimasto molto spesso invariato in giro per il mondo: Golduck, "anatra d'oro" (per le sue doti).
Curioso infine notare come negli sprite di Pokémon Oro e Argento il suo becco pare essere proprio del classico colore oro, che poi da lì in avanti ha assunto una colorazione più chiara, forse legabile al colore "oro chiaro". Inoltre, guarda caso, è sempre curioso notare come nelle sue versioni cromatiche il becco assuma una colorazione secondo me come quella... dell'oro rosa!
Okorizaru (オコリザル)
Il nome giapponese di Primeape, Okorizaru, è possibile tradurlo nella nostra lingua con Irascimmia.
La parte che sta per "zaru" infatti vuol dire scimmia (versione sonorizzata di saru, scimmia), e la parte che sta per "Okori " è collegabile a tutta una serie di concetti relazionabili all'emozione della rabbia:
Okorippoi (怒りっぽい) = testa calda, suscettibile.
Okoridasu (怒り出す) = arrabbiarsi, perdere il senno.
Okorinbou (怒りん坊) = persona irascibile.
Inoltre, il nome Okorizaru potrebbe avere radice anche dalla parola giapponese okori (起こり), la quale sta a significare "origine", "causa prima", "inizio" e "genesi". E probabilmente, il "Prime" di Primeape è da questa parola specifica che deriva; più di preciso, da "primate", etimologicamente significante "primo".
Di conseguenza, volendo includere in traduzione anche questa accezione, un'alternativa a Irascimmia potrebbe essere Prirascimmia: il suono "prira" contiene la parola "ira" e richiama il termine "prima", il quale è allacciabile al concetto di "causa prima" e al nome dell'ordine dei primati.
Kairiky (カイリキー)
Ossia Machamp, il cui nome giapponese è una versione modificata del termine nipponico kaikiri (怪力), vale a dire "forza sovraumana" oppure "forza sovrannaturale". Tenendo conto che in lingua giapponese la mossa "Forza" si chiama proprio Kaikiri, un valido adattamento per quest'ultima potrebbe essere "Super Forza".
La differenza tra il nome originale di Machamp e il termine kaikiri sta nel fatto che nel primo sono state invertite le ultime due sillabe della parola di riferimento e nella chiara presenza della ypsilon finale, che con ogni probabilità serve a richiamare il fatto che il nome debba suonare come quello di un wrestler.
Di conseguenza, una traduzione fedele in italiano potrebbe essere Superzafory.
Nota: la linea evolutiva di Machamp segue una progressiva crescita anche nei nomi, che in ogni caso suonano come quelli di wrestler. Si passa infatti da "forza umana" a "forza erculea" fino a giungere appunto a "forza sovrannaturale".
Ghos e Ghost (ゴース - ゴースト)
Game Freak deve aver particolarmente tenuto fede al proprio nome (freak, strano) per nominare Gastly e Haunter, che in giapponese sono noti con gli appellativi di Ghos e Ghost. Infatti, alle loro orecchie del popolo nipponico i loro nomi possono suonare rispettivamente come Fantas e Fantasma!
Il nome giapponese di Gastly potrebbe però essere qualcosa di più, e legarsi all'approssimazione nipponica del termine inglese per dire gas, ovvero gasu (ガス). Quindi il suo nome sarebbe una crasi tra ghost e gas: perciò Gasu.
Tuttavia, dato che pare i loro nomi siano volutamente all'inglese, in una localizzazione italiana super-aderentissima dovrebbero comunque restare così come in originale: Ghos e Ghost, per l'appunto.
Strike (ストライク)
Volendo tradurre in italiano il suo nome inglese, Strike, esso sarebbe Falciatore, dal verbo anglosassone to scythe, falciare.
In lingua nipponica, il nome si discosta dal concetto di "falciare", per legarsi probabilmente al verbo sempre anglosassone to strike, ovvero colpire, attaccare oppure cozzare.
Quindi, può suonare come qualcosa tipo Attacco, oppure Colpo.
Gyarados (ギャラドス)
Il nome di Gyarados è uguale a quello giapponese tanto in inglese tanto in italiano (perciò si pronuncia "Ghiarados", non "Gheridos"). Rientra dunque in quel gruppo in cui quelli di Game Freak e Pokémon Company hanno voluto che fosse, in diverse delle lingue principali, uguale a come è in originale.
Se volessimo tuttavia tentare a tradurlo lo stesso in italiano, bisogna considerare tutte le più rilevanti ipotesi che sono state fatte riguardo l'origine del suo nome, che si allaccerebbe alle parole nipponiche:
Gyakusatsu (虐殺), ossia massacro, carneficina.
Gyakkyou (逆境), avversità.
Arashi (嵐), tempesta.
Arasoi (争い), conflitto.
Odosu (脅す), ovvero minacciare, intimorire, spaventare, terrorizzare.
Tra le varie soluzioni a cui ho pensato per provare di tradurlo, la migliore mi è sembrata Carnspavento.
La parte che sta per "carn" si collegherebbe all'idea di carneficina. Quella che sta per "spavento" chiaramente all'emozione omonima, la quale quest'ultima ha al suo interno "vento", che si collegherebbe all'immagine di una tempesta.
Freezer, Thunder e Fire (フリーザー - サンダー - ファイヤー)
Davvero modesti, i nomi di Articuno, Zapdos e Moltres, i tre pokémon uccello leggendari: essi infatti non fanno neanche un po' di accenno alle prime cifre del sistema numerico in lingua spagnola (uno, dos e tres), e sono semplicemente le approssimazioni delle parole inglesi freezer, thunder e fire (Furizaa, Sandaa e Faiyaa). Quindi congelatore, tuono e fuoco.
Anche in questi casi, dato che parliamo di nomi all'inglese in un gioco nato in lingua giapponese, in italiano bisognerebbe lasciarli così: Freezer, Thunder e Fire.
Kairyu (カイリュー)
Il nome originale del più potente pokémon di Tipo Drago di prima generazione è Kairyu.
La seconda parte, con estrema probabilità è da legare al termine nipponico ryuu (竜), ossia drago. La prima parte invece, ovvero kai, potrebbe essere da allacciare a diverse parole come:
Kai di oceano (海).
Kai di delizia, piacevolezza (快).
Kaijuu (怪獣), ovverosia mostro.
Kaizoku (快速), alta velocità.
Hakai (破壊), cioè distruzione.
Kaigo (介護), prendersi cura.
Volendo sintetizzare in italiano una traduzione che possa essere valida, la proposta che io avanzerei sarebbe Celemondrago.
La parte che sta per "mon" si riferirebbe alla parola mostro. E chiaramente la parte "drago" al fatto che sia un drago. Per quel che riguarda la sezione iniziale, il rimando sarebbe a una varietà di concetti allacciabili alla parola celeste, che è il colore del mare ma anche del cielo. Quindi in quest'ultima accezione la parola celeste si collegherebbe figurativamente a una sensazione piacevole che ti porta con l'animo in alto, che ti rende allegro. Oppure può anche connettersi all'immagine di una persona dall'animo dolce e altruista; inoltre il nome "celeste" si può collegare foneticamente all'aggettivo celere, ossia veloce.
In alternativa, traduzioni più snelle potrebbero essere Celemorago oppure Mondrago.
Mew (ミュウ)
Il nome di Mew è probabilmente da sinaptare a una delle onomatopee giapponesi indicanti il miagolio, in quanto il suo aspetto è vagamente felino. Potrebbe in aggiunta anche essere collegato alla parola nipponica myou (妙), ossia:
Bizzarro.
Meraviglioso.
Incantevole.
Misterioso.
Tutte accezioni del lemma queste che ben si connettono alla figura di Mew, perché infatti:
Mew è un pokémon estremamente particolare, per aspetto e poteri.
Mew è un pokémon le cui apparizioni destano meraviglia, tanto da sembrare sovrannaturali.
Mew è un pokémon dall'aspetto piacevole, con forme tenere e di un rosa delicato.
Mew è un pokémon a tutti gli effetti misterioso, e non a caso è il primo della omonima categoria.
In aggiunta, il suo nome potrebbe essere da mettere in connessione alla pronuncia dell'aggettivo inglese new, molto simile a Mew, e da qui probabilmente la classificazione di Pokémon Novaspecie.
Inoltre, il nome potrebbe essere da legare all'approssimazione giapponese del termine inglese mutant, "myuutanto", ovvero mutante. Mutante nel senso di individuo dalle eccezionali caratteristiche oppure nel senso di "capace di mutare"; e tenendo in considerazione quest'ultimo significato, si potrebbe azzardare un collegamento con la mossa pokémon "Trasformazione", la quale solo e soltanto Mew al di fuori di Ditto è capace di imparare.
C'è infine un'ulteriore elemento interessante su cui soffermarci.
Una delle letture del carattere giapponese che sta per sogno (夢) è mu, che è molto simile al suono del nome Mew. E un altro significato di questo ideogramma è quello di "illusione": e Mew è una delle specie inserite della cosiddetta categoria dei "Maboroshi no Pokemon" (まぼろしのポケモン), ossia pokémon misteriosi, pokémon fantasma (nel senso etimologico di apparizione improvvisa di qualcosa ritenuto sovrannaturale), o anche pokémon illusori: coincidenza?
Nomi Pokémon EXTRA
Per concludere, seguirà ora un'analisi accessoria in cui ci focalizzeremo su alcuni nomi fra i miei pokémon preferiti presi dalla seconda, sesta e ottava generazione che secondo me sono particolarmente interessanti.
Sperando che l'articolo sia stato di vostro gradimento e vi abbia illustrato informazioni interessanti, grazie se avete letto fin qui, e grazie ancora se proseguirete la lettura in questa appendice!
Bakphoon (バクフーン)
Bakphoon è il nome giapponese di Typholsion.
La maggior parte delle ipotesi punta tutto sull'unione tra il termine nipponico bakufuu (爆風), ovvero esplosione/scoppio, e l'approssimazione giapponese della parola inglese typhoon (タイフーン), ossia tifone. Sotto quest'ottica, una possibile resa in italiano del nome potrebbe dunque essere Esplofone, oppure Tifosione (quest'ultimo richiamerebbe anche il concetto di fusione, quindi qualcosa che si lega al fuoco e al calore).
Tuttavia un ulteriore considerazione ce la suggerisce il nome pokémon del mostriciattolo, che è classificato come Pokémon Eruzione, o Pokémon Vulcano. La cui mossa più peculiare, guarda caso, è proprio "Eruzione".
Se si consulta il dizionario giapponese scopriamo infatti che esiste la parola funka (噴火), vale a dire "eruzione vulcanica".
Il nome del pokémon quindi più probabilmente deriverebbe dalla mescolanza della parola bakufuu e del termine funka. L'immagine del tifone si collegherebbe solo in misura marginale, in quanto quel "phoon" forse è solo un modo "all'inglese" per riferirsi al "fun" di funka. E, forse, anche per fare un gioco di parole con il secondo carattere che compone la parola bakufuu, il quale significa "vento".
Comunque, la mia proposta di traduzione principale resterebbe Esplofone.
Questo in quanto si collegherebbe benissimo a tutte le parole citate: Esplosione, Eruzione e Tifone.
Sonans (ソーナンス)
Il nome originale di Wobbuffet è davvero, ma davvero esilarante!
Esso è in pratica una versione contratta dell'espressione nipponica "Sou nan desu". Era molto utilizzata dall'attore giapponese Sanpei Hayashiya, la cui famosa battuta ricorrente era composta proprio questo "Sou Nansu" (そうなんす), per cui molti legherebbero il nome a questa battuta dell'attore. Altri fanno riferimento a una conversazione fra uno o più membri di Nintendo e Game Freak, nella quale a un certo punto sarebbe spuntato fuori l'espressione (non è chiaro quale delle due versioni, se quella normale o la contratta).
A ogni buon modo, mantenendoci piuttosto letterali, "Sou nansu" è una frase traducibile in "È che è questo, ciò che sembra", oppure "È questo, ciò che sembra". Ovvero, una maniera molto alla giapponese per dire cose del tipo:
«Oh, davvero?» (retoricamente)
«Già, proprio così!»
«Ah, capisco».
«Mh, così pare...»
«Sì, le cose stanno in questo modo».
Se qualcuno se lo stesse chiedendo... Sou nansu! Nell'anime originale giapponese, ogni volta che Wobbuffett pronuncia il suo nome è perché di fatto sta dicendo qualcosa traducibile con una delle frasi appena sopra elencate, o loro varianti.
Ad esempio:
Jessie e James: «Team Rocket, pronti a partire alla velocità della luce!»
Wobbuffett: «Sooo-nansu!» (Già, così pare!)
Eccetera eccetera, il seguente video offre diversi altri esempi che parlano da sé!
Ciò detto, come rendere dunque in italiano il nome di Sonans?
Ecco varie proposte: Davveh, Proccosì, Capisc, Parcosì, Cosipar.
La mia preferita è però Giacosipar, oppure Jakosipar, perché è l'opzione che secondo me suona meglio ("Giaaacosipar!").
C'è un ultima cosa da segnalare, prima di proseguire: un probabile ulteriore gioco di parole che si cela dietro il suo nome! Se si considera la sua lettura giapponese (Soonansu), essa sembra parzialmente sovrapponibile a quella dell'approssimazione nipponica della parola inglese resonance, ossia "Resonansu" (レゾナンス, 反響), cioè la risonanza. E la risonanza è un fenomeno fisico per il quale le onde sonore emesse da un dato ente tornando indietro amplificate tramite un movimento oscillatorio: proprio come fa il pokémon, che oscillando col corpo respinge indietro, potenziati, gli attacchi degli avversari! Inoltre, uno dei termini giapponesi per indicare il fenomeno della risonanza, kyoumei (共鳴), è traducibile anche con simpatia: e Wobbuffett è un pokémon che sprizza simpatia da tutti i pori, guarda caso!
Nota: l'iconica frase di Mewoth detta spesse volte alla fine del motto del Team Rocket, in originale è "Nyaa-nte na!", versione miagolesca di "Nante da", ovvero "Qualcosa così, miao!", "Tipo così, miao!", e adattabile in "Ben detto, miao!". In succo, è molto simile dunque al "sou nan desu" descritto sopra.
Hassam (ハッサム)
Il nome nipponico di Scizor probabilmente deriva probabilmente dal verbo hasamu (挟む), che significa tenere o stringere con le dita. Il riferimento deve essere dunque alle sue chele, con le quali può pinzare i pokémon avversari e bloccarli con morse a tenaglia.
Quindi sarà forse per questo che in lingua inglese è definito "Pincer Pokémon", ossia Pokémon Chele/Pinze (cosa simile in italiano, dove però il lemma "chele" non lascia spazio ad altre interpretazioni, a differenza di pincer).
Ma c'è una sottigliezza da non lasciarci sfuggire: in giapponese esiste un altro verbo omofono, hasamu (剪む), che significa accorciare, spuntare, tagliuzzare. E Hassam in inglese e italiano è conosciuto appunto col nome di Scizor, ovvero, con tutta probabilità, un nome derivante dai termini inglesi per dire forbici e rasoio, rispettivamente scissors e razor: due parole taglienti!
Taglienti così come suona tagliente la parola hasami (鋏), traducibile in forbici o cesoie ma anche come clipper, ossia il tagliaunghie: uno strumento che è sì utilizzabile per tagliare, ma che ricorda per forma una piccola tenaglia, o una chela!
Il cerchio dunque così si chiude, facendo emerge l'ipotesi per cui il nome di Hassam si baserebbe su questa ambivalenza tra il concetto di tagliuzzare e quella di attanagliare, tra la chela che può prendere ma che al contempo può anche tagliare.
Tutto ciò considerato, ecco due possibili rese in italiano del nome originale: Tachell o Taggliachel (o Taggliakel)
Se si volesse decidere di portare solo una delle due accezioni dietro il nome del pokémon, altre rese potrebbero essere: Chell, Kell, Taggliar, Tennaje.
Nota: il colore rosso di Scizor potrebbe derivare dal tè Assam, il quale è un tè...rosso! Nota nella nota: il termine tè rosso è utilizzato in diverse zone dell'Asia, mentre in Occidente i tè sotto tale categoria vengono indicati con il nome di tè nero. Forse le parti più scure di Scizor fanno riferimento a questa differenza.
Onvern (オンバーン)
Il nome giapponese di Noivern è Onvern. La parte finale (vern) starà quasi di sicuro per l'inglese wyvern, viverna. E forse anche per la voce onomatopeica giapponese "baan" (バーン), ossia "bang" (quindi un suono forte simile a uno sparo). La parte iniziale deve invece riferirsi alla parola nipponica on, ossia suono o rumore. C'è anche chi ha avanzato l'ipotesi per cui si legherebbe alla parola sempre nipponica onpa (音波), ovvero onda sonora.
La mia proposta di traduzione, per riassumere in unico nome tutti questi concetti, sarebbe dunque Frastonderna (Frastuono + onda + viverna, più il suono di "bang che è incluso nell'idea di frastuono).
Una soluzione più snella potrebbe invece essere Rumoverna, Rumorverna o Frastoverna.
Zarude (ザルード)
L'abbiamo visto nel caso del nome giapponese di Primeape, zaru vuol dire "scimmia". Quel "do" finale e l'antecedente prolungamento vocalico della "u di zaru, sono probabilmente da sinaptare con l'approssimazione nipponica per dire rude in giapponese, ovvero "ruudo" (ルード), dall'inglese rude.
Quindi le due "ru" condivise da entrambe le parole si sarebbero fuse in una.
Come spontanea conseguenza allora il suo nome sarebbe traducibile in italiano con Scimrude (da pronunciare "Scimrùd"). Oppure, per essere ancora più vicini, si potrebbe optare per Quadrude (Quadrùd), dove "quadru" sta per un desueto termine di lingua italiana che sta a indicare le scimmie, ossia quadrumane.
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